mercoledì 30 novembre 2011

Bruxelles

Un week-end per staccare, nella capitale europea, scelta quasi per caso si è rivelata la meta giusta per un tempo relativamente breve com'è un finesettimana. Il centro storico è molto bello, informazione superflua, visto che è stato decretato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

Bruxelles è il tipo di posto dove ti aspetti di non avere grossi problemi di comunicazione. In un posto dove si aggirano parlamentari provenienti dai diversi paesi europei non pensi che l'inglese sia una lingua sconosciuta.
E invece è così.

Ho sentito dire tante volte che all'estero sì che imparano le lingue, (non come in Italia!) e mi ritrovo a sperimentare il contrario.










Una bella alternativa a questa regola è data per fortuna dal personale dei musei, e non solo al Museo degli Strumenti Musicali che è sito in un palazzo che reca la scritta Old England.

Un museo particolarmente interessante non per il contenuto, che si può vedere anche altrove, ma soprattutto per l'idea di fornire i visitatori di cuffie che possono attaccare a della apposite prese vicino alle teche degli strumenti ed è possibile sentire qual è il suono reale di quegli strumenti.











Bruxelles è anche la capitale del fumetto e ci si imbatte continuamente in posti come questi, dove immagini "fumettistiche" affrescano le vie.
 C'è un percorso guidato volendo che si può seguire per vedere tutti i fumetti disegnati per le vie della città.
Ma io penso che sia più bello farsi sorprendere girando l'angolo da un disegno che non ci si aspettava. E fermarsi qualche momento pensando che, sì, anche questa è arte!



Stay tuned... vi dovrete sorbire almeno un'altra puntata su questa città!

venerdì 18 novembre 2011

Che lusso...

Foto from Flickr


Dentro ad una pizzeria al taglio per un morso della fame o forse una semplice voglia, vedo due signore anziane che si pregustano a parole un pezzettino di pizza che compravano per cena. Il pensiero è volato subito a mia nonnna, per la quale la pizza era una cosa da concedersi solo ogni tanto. Un lusso sì, ma non perchè costasse tanto o per il gusto particolarmente prelibato. Credo che l'idea venisse dal fatto che erano altri a prepararla, e forse non c'era lusso più grande che mangiare il frutto di una fatica altrui.

Ricordo l'ultimo periodo in cui era con noi, aveva iniziato a mangiare sempre meno, e la cosa ci preoccupava. Cercavamo quindi sempre qualcosa che le facesse "voglia". Ma questo termine non rientrava nel vocabolario di mia nonna... E ricordo una sera di agosto che ero rimasta da lei e avrei cenato e dormito lì, in cui mi ha detto: "mangerei volentieri un pezzetto di pizza". Penso di essermi illuminata, per la prima volta da mesi aveva "voglia" di qualcosa! "Davvero nonna, la mangeresti volentieri?" era quasi intimidita a dirmi di sì... Una giornata caldissima, afosissima, i ragazzi che avevano una pizzeria lì vicino erano tutti fuori, perchè dentro col forno acceso non ci si stava. Sentendomi in colpa gli ho chesto se potevano prepararmi una pizza. Avrei voluto dirglielo "mi rendo conto che fa caldissimo e i pochi soldi che ve la pagherò non varranno lo sforzo di stare qui con questo caldo, ma se poteste capire che da mesi non aveva più "voglia" di niente...". Ho tenuto queste considerazioni per me e ho portato a casa la pizza calda da mangiare con lei... Ovviamente non l'ha finita... Ma per una volta forse sono riuscita io ad accontentare lei...