venerdì 28 novembre 2008

Giorno di pioggia: istruzioni per l'uso.

Foto from Flickr

Se la mattina vi alzate e piove (neanche forte, ma la giornata è grigia), ecco cosa dovete fare:

se siete a casa
Accendete lo stereo a volume discretamente alto e assicuratevi di aver inserito canzoni degli Abba (Honey honey, Fernando, Lay all your love on me, Mamma mia, Dancing queen), quando parte Dancing Queen, iniziate a ballare, se state facendo le pulizie potete ballare anche con la scopa! Mi raccomando, se state stirando fate molta attenzione, ballare con il ferro da stiro può rivelarsi un'esperienza scottante! Continuate più o meno nello stesso modo aggiungendo canzoni di Jason Mraz (non solo I'm yours, andate tranquilli con tutto l'album) e concludete con Mario Biondi.

se dovete uscire
Prendete un lettore mp3, e assicuratevi di averci messo dentro le canzoni dell'opzione 1. vestitevi bene, e non fate come me che stamattina ho dimenticato i guanti, ma assicuratevi di lasciare scoperti occhi e bocca. Cercate di sorridere, ma in modo naturale, e vedrete che qualcuno ricambierà! Ecco, io eviterei di ballare per strada... però se proprio vi scappa una piroetta su dancing queen (vi capisco) potete sempre mascherarla facendo finta di esservi voltati a guardare una vetrina... Cercate di mettere all'interno del vostro percorso casa-dovedoveteandare un panificio. Attenzione, non una panetteria, ma un posto dove fanno il pane, o per i più golosi una pasticceria, quando siete lì davanti spalancate le narici, e se proprio avete voglia fermatevi pure!

Buona giornata di pioggia a tutti!

giovedì 27 novembre 2008

Lezione 21

Quelli di voi che hanno letto "L'anima di Hegel e le mucche del Winsconsin" e "I Barbari", sanno bene di cosa parla questo film.
Ce l'ha sulla punta della lingua da un po', Baricco, questo discorso. Non tanto quello di Beethoven e della nona, del fatto che sia un totem, un qualcosa a cui si è dato molto più valore di quello che ha davvero, ma la storia era ancora da raccontare. La storia di come è andata quella sera a teatro quando il mondo per la prima volta ascoltò la Nona sinfonia di Beethoven. Poteva farci vedere la scena, poteva metterci davanti a Beethoven che con il suo Frac verde va a teatro, preoccupato perché il suo frac è verde, e il suo aiutante che cerca di tranquillizzarlo, poteva farci vedere il teatro, la gente, le facce, le espressioni, le reazioni, poteva addirittura seguire fino a casa uno spettatore di quella strana serata. Ma non è nel suo stile.

Crea un mondo, poi lo relaziona in un qualche modo al nostro,e crea un personaggio, al quale mettere in bocca la sua storia, al quale mettere in bocca anche qualche strampalata teoria, e poi prepara i narratori. Già, le molte voci, a volte ridicole che ci raccontano questa storia, raccontandocene un'altra. Ok, provo a spiegarmi.

Chi di voi ha letto più di un libro di Baricco, sa che all'inizio non bisogna farsi tante domande, bisogna entrare nel mondo che ti mette davanti. Quando vai a Quinnipak la prima volta, devi solo andare lì, e non chiederti perché Pekish ha costruito un umanofono, e perché il signor Rail ogni tanto se ne va, e fa sempre lo stesso regalo a Jun...
E quando arrivi alla locanda Almayer non puoi perdere troppo tempo a chiederti chi è Thomas, e cosa succederà ad Elisewin....
Leggi, entri in quel mondo, e poi verso l'ultima pagina, questo mondo apre le sue maglie definitivamente e i pezzi si incastrano come non ti aspettavi, e tutto si fa chiaro, perché tu ormai ci sei talmente in mezzo che i fili che si ricongiungono li conosci tutti.

Tutto questo per dire che quando ti siedi al cinema davanti a questo film ti si crea un'aspettativa, anche perché senti parlare di questo strano professore che ha una sua teoria, che pensa ci siano una serie di opere sopravvalutate al mondo, una delle quali è la Nona sinfonia. E lui le spiega una ad una, e quella che rimane più impressa ai suoi studenti è la lezione 21, quella che parla della Nona. Solo che in questa lezione c'è una storia che racconta la storia della nona, per cui si trovano tutti quegli strani personaggi tipici dei suoi libri che in momenti diversi ci raccontano com'è andata quella serata, e oltre a loro una serie di narratori più o meno verosimili che ci definiscono i termini della questione.
Ecco, la cosa che più mi ha colpito di questo film è come Baricco non riesca a fare a meno del narratore, e non è solo il fatto che sia uno scrittore che per una volta fa il regista, se voi aveste dato qualche esamino di letteratura con qualcuno dei miei professori capireste meglio perché questa cosa è degna di nota. Il narratore non è un dettaglio nella storia e nell'evoluzione della letteratura. Onnisciente, che si intrufola, non onnisciente, in prima persona, in terza persona, flussi di coscienza... Non si sono mai usati a caso, e il fatto che lui li metta in un film, stupisce. No, non è una voce narrante, quella si è già vista, e non mi riferisco neanche all'allieva del professore che racconta la storia della lezione e del suo professore. Ci sono proprio dei mezzi busti che stan lì e ti raccontano la storia... Va beh, ne riparliamo!

Immagino di non essere riuscita a spiegare il tutto molto bene, allora aggiungo un video che spiega qualcosina in più, ma la cosa migliore è andare al cinema e vederselo.
Sì, lo so cosa state pensando, il mio non è un giudizio obiettivo. Ma il film è davvero bello!

mercoledì 26 novembre 2008

questa sera...

Se qualcuno non ha più letto il mio blog da almeno 6 mesi, e ancora non lo sapesse



Io stasera vado al cinema!!

martedì 25 novembre 2008

sensazione

Foto from Flickr
Quella sensazione che rimane su di me... Non so perchè, ma so che se chiudo gli occhi posso sentire quella mano che si chiude sul mio polso, quegli occhi dritti dentro ai miei, mentre mi dice "Ci rivediamo dopo?"
Sì, ci rivediamo dopo, ma io lo so che non c'è dopo per noi, lo so. Lo so che non dovrei guardare dentro quegli occhi che non dovrei pensare a dopo. Però ogni volta non riesco a non farmi fregare da quello sguardo, a non sentirmi indifesa, ferita, come se fossi legata ad un palo, impossibilitata a muovermi.
So che non ci devo pensare, ma se chiudo gli occhi ecco i suoi, ecco la sua mano sul mio braccio...

lunedì 24 novembre 2008

Let it snow, let it snow...


No, non sono le Alpi, è la bassa Padana, la finestra di casa mia!

E tanto per darvi le dimensione della nevicata, due ore fa pioveva, quindi l'asfalto era bello bagnatino, ma ha attaccato lo stesso!

"Let it snow, let it snow, let it snow..."

venerdì 21 novembre 2008

Io sarò anche di parte...

Foto from Flickr
...ma Baricco è un genio!
Ho finito da poco "I Barbari, saggio sulla mutazione", a fatica, lo ammetto, ma non perché non sia un piacere leggerlo, solo perché non è un libro da leggere la mattina in treno quando devi ancora svegliare i neuroni!

Prima cosa: lo stile. Il suo meraviglioso stile che ti tiene ancorato alle parole, alle virgole... tanto che ogni tanto ti tocca rileggere per essere sicuri di aver capito. Prendete l'inizio ad esempio dove scrive "Vorrei spiegare la mutazione, non per spiegarne l'origine (questo è fuori portata) ma per riuscire anche lontanamente a disegnarla. come un naturalista d'altri tempi che disegna sul taccuino una nuova specie scoperta nell'isolotto australiano. Oggi ho aperto il taccuino.
Non ci capite niente? Ovvio, il libro non è ancora nemmeno iniziato.
E' un viaggio per viandanti pazienti un libro."
Una delle cose che mi è sempre piaciuta del suo stile è che non scrive, parla al lettore, si intrattiene, e infatti capita che entrino in mezzo discorsi che che non hanno molto a che fare con l'argomento come la storia della non di Beethoven che un giorno dovrà decidersi a raccontare... (io il 26 vado, mica scherzi!) Poi quelle epigrafi che mette spiegando il perché e il percome, e ti vien sempre da sorridere.

Ma il mio passaggio preferito è un altro, perché quello che da anni apprezzo di questo autore è il gusto che ha di raccontare le storie. (si parla della nascita di Google ad opera di due studentelli americani) "Al prof. dovette apparire chiaro che quei due gli stavano proponendo di circumnavigare il globo su una vasca da bagno. La vasca da bagno era il computer assemblato che tenevano in garage.
Io me lo vedo che si lascia andare contro lo schienale e allungando le gambe chiede con un sorrisetto da barone: Intendete per caso scaricare l'intero web?
Lo stiamo già facendo, risposero loro.
Applausi."
Si diverte a creare scenari bellissimi e a piazzarli direttamente davanti al lettore (perché lo abbiamo visto tutti il prof che si appoggia, e tutto il resto...). Io ho iniziato a leggere Baricco quando stavo finendo di leggere i libri della Allende, per dire. I narratori per eccellenza per me, in mondi e modi diversi stanno lì a raccontarti una storia e la famosa suspencion of disbilief (scusate, studio lingue!) non te la chiedono neanche, ti viene naturale.

Poi, vogliamo iniziare a parlare del contenuto di questo libro?La mutazione di cui parla è abbastanza reale, concreta, da averla sotto mano anche noi, si parla di calcio, di vini, di libri, mica roba da filosofi! E' un concetto a volte difficile (lo dice spesso anche lui!), e tanto più difficile forse perchè ci siamo in mezzo. Io l'ho capito bene nell'ultimo capitolo. Naturale, penserete, beh, forse sì, ma è quel paragone con la muraglia cinese che ci promette dall'inizio che dà le misure dell'evento.

Una volta chiuso il libro vien da pensare, Va beh, mutazione o no, la mia vita va avanti anche senza, ma è proprio quello il punto: ci siamo dentro, ed è talmente veloce che non rendiamo conto che c'è!

martedì 11 novembre 2008

Il mondo continua a guardarci (purtroppo)

'Potrà anche essere già troppo ricca, troppo bella, piena di talento e fortunata, ma agli occhi di molti italiani ha fatto molto per aumentare le sue già numerose fortune dicendosi felice di non essere più italiana.
Perché questa affermazione dovrebbe compiacere gli Italiani? Perché e stata fatta nel bel mezzo della famigerata battuta di Berlusconi sull' "abbronzatura" di Obama. "Quando sento Berlusconi scherzare sul fatto che Obama è "sempre abbronzato", mi fa strano. Lo si metterà sull'umorismo... Ma spesso, sono molto felice di essere diventata francese!"
La sua affermazione evidenzia che nonostante l'intenzione scherzosa, l'osservazione sull'abbronzatura è stata decisamente imbarazzante. Siamo davanti al leader più carismatico che stia emergendo in occidente negli ultimi 40 anni, e il primo ministro italiano lo saluta con una battuta sul suo colore di pelle. Si ha l'impressione di un'intera nazione, o almeno il 40 per cento di quelli che non lo hanno votato che abbassano la testa cercando di nascondersi per la vergogna.'
Da The Independent, 11/10/2008

Ecco è proprio così, guardiamo in basso, e speriamo che qualcuno lo capisca che non ci rappresenta proprio tutti...

lunedì 10 novembre 2008

Novembre


Di ogni stagione c'è qualcosa che mi piace, dell'autunno c'è quella meraviglia di colori fuori dalla finestra (banale, lo so, ma tant'è!), e le castagne. "A San Martino castagne e vino!" In particolare mi ricordo quando da bimba facevamo il mercatino con la scuola, e oltre ad alcuni oggettini orripilanti, vendevamo dei sacchettini di castagne. Ovviamente noi bimbi non stavamo fermi al banchetto, ma andavamo in cerca dei nostri clienti (il marketing...), ma al freddo bisognava attrezzarsi, allora il sacchettino di caldarroste calde lo tenevamo dentro il cappotto, fino a qualche metro dalla vittima..ehm cliente, per poterci scaldare fino all'ultimo! E ogni tanto qualche castagna ci saltava in bocca (controllo qualità)... Adesso non fa così freddo da andare in giro con le castagne in tasca nel periodo del nostro mercatino, e i bambini vanno ancora in giro a vendere oggetti orripilanti...E a me piace ancora sbucciare e mangiare le caldarroste calde servite magari in quei coni di carta...

domenica 2 novembre 2008

Si alza una voce...


Sto cercando il modo, la forza, le parole per scriver questo post, e non so se le troverò... Perchè vorrei essere corretta e rivedere i fatti per quelli che sono, ma quando si parla della riforma delle scuola (che poi la chiamino così o in un altro modo avete capito di cosa parlo..), non riesco ad essere troppo razionale.

Perchè io l'Università ancora la frequento, quest'anno poco perchè mi sono rimasti 2 corsi da seguire e molti esami da fare, ma la frequento ancora. E un movimento del genere di professori e studenti non lo avevo ancora visto.
Ammetto, non l'ho letto il testo del decreto legge, ne ho solo sentito parlare altri, ma da differenti parti. E non me ne può fregar di meno del grembiule e del voto in condotta, non sarà quello a salvare la scuola italiana, purtoppo. Avrei voluto unirmi alle assemblee di studenti e professori per poter sentir parlare di questa riforma, ma purtroppo coincidevano sempre con i miei orari di lavoro, e con un contratto di tipo co.co.pro. l'unica flessibilità che ho sempre visto è quella ad aumentarmi le ore non pagate.

Non ho mai visto il ministro rispondere op parlare di questa riforma, e me ne dispiaccio. Ho addirittura ricevuto una mail dal rettore della mia università che ci informa della posizione presa dall'ateneo. Mi ha dato un po' fastidio in realtà ricevere questa mail e pensare all'assemblea dei lettori (i docenti madrelingua che insegnano nella mia e in altre facoltà) a cui ho partecipato l'anno scorso, dove una delle lamentele espresse è che il rettore non li riceve, e che non si cura delle cause intentate a lui dai lettori, che reclamano solo che venga rispettata una legge esistente, perchè comunque le spese legali sono a carico dell'università.

Ma lasciamo pur stare... Ho visto studenti insegnanti e genitori scendere in piazza come mai prima d'ora, reclamando che qualcuno li ascoltasse (non mi pare una pretesa eccessiva) e mi sono sentita rincuorata. Sì, perchè a margine della protesta, vedo finalmente qualcuno che si batte per qualcosa. Troppo facile dire "nel '68 noi avevamo più ideali!", no, non servono paragoni. Finalmente qualcuno alzala testa e dice che non è d'accordo, in questo paese. E tenta di farlo pacificamente, senza un colore politico (uno o l'altro), senza etichette precostituite, spiegando le proprie ragioni. Quando sento parlare dei giovani che sono scesi in piazza sono davvero fiera di appartenere alla categoria, anche se un po' mi sento in colpa perchè mi sono dovuta tenere al di fuori di tutto...

... dispiace però che non ci sia nessuno ad ascoltare tutta questa gente che neanche urlando riesce a farsi sentire...

sabato 1 novembre 2008

Lezioni di chitarra

Da un paio di settimane ho iniziato anche le lezioni di musica a scuola... Nel senso che io dò lezioni di musica a piccoli nanerottoli di 8-10 anni, che si arrampicano su una chitarra, e tentano di produrre un qualche suono che abbia senso.
La cosa più difficile in questo lavoro è cercare di dargli soddisfazione da subito nonostante il loro sforzo sia bassino... Con mia somma gioia un paio di anni fa ho scoperto una raccolta di studi molto carini che prevedono uno sforzo davvero minimo da parte dell'allievo perchè gran parte della musica la suona l'insegnante accompagnandoli. Detta così sembra una truffa ma in realtà l'insieme è davvero carino! Allora l'altro giorno inizio a far studiare al mio giovane allievo il primo pezzettino di questa raccolta, che tanto per capire quanto è semplice, prevede il solo uso della mano destra sulle prime tre corde della chitarra. La cosa più difficile è che alcune note durano un battito e altre due!

Tanto per invogliare il mio giovane virgulto gli dico :" Se la prossima volta me lo suoni bene lo suoniamo insieme!" e gli faccio sentire l'accompagnamento (niente di complicato, ma un numero di note decisamente superiore a quelle che deve suonare lui!). E lui serio mi fa: "Eh, sei brava maestra!" tra il sorpreso e il complimentoso.

Son soddisfazioni.