Quelli di voi che hanno letto "L'anima di Hegel e le mucche del Winsconsin" e "I Barbari", sanno bene di cosa parla questo film.
Ce l'ha sulla punta della lingua da un po', Baricco, questo discorso. Non tanto quello di Beethoven e della nona, del fatto che sia un totem, un qualcosa a cui si è dato molto più valore di quello che ha davvero, ma la storia era ancora da raccontare. La storia di come è andata quella sera a teatro quando il mondo per la prima volta ascoltò la Nona sinfonia di Beethoven. Poteva farci vedere la scena, poteva metterci davanti a Beethoven che con il suo Frac verde va a teatro, preoccupato perché il suo frac è verde, e il suo aiutante che cerca di tranquillizzarlo, poteva farci vedere il teatro, la gente, le facce, le espressioni, le reazioni, poteva addirittura seguire fino a casa uno spettatore di quella strana serata. Ma non è nel suo stile.
Crea un mondo, poi lo relaziona in un qualche modo al nostro,e crea un personaggio, al quale mettere in bocca la sua storia, al quale mettere in bocca anche qualche strampalata teoria, e poi prepara i narratori. Già, le molte voci, a volte ridicole che ci raccontano questa storia, raccontandocene un'altra. Ok, provo a spiegarmi.
Chi di voi ha letto più di un libro di Baricco, sa che all'inizio non bisogna farsi tante domande, bisogna entrare nel mondo che ti mette davanti. Quando vai a Quinnipak la prima volta, devi solo andare lì, e non chiederti perché Pekish ha costruito un umanofono, e perché il signor Rail ogni tanto se ne va, e fa sempre lo stesso regalo a Jun...
E quando arrivi alla locanda Almayer non puoi perdere troppo tempo a chiederti chi è Thomas, e cosa succederà ad Elisewin....
Leggi, entri in quel mondo, e poi verso l'ultima pagina, questo mondo apre le sue maglie definitivamente e i pezzi si incastrano come non ti aspettavi, e tutto si fa chiaro, perché tu ormai ci sei talmente in mezzo che i fili che si ricongiungono li conosci tutti.
Tutto questo per dire che quando ti siedi al cinema davanti a questo film ti si crea un'aspettativa, anche perché senti parlare di questo strano professore che ha una sua teoria, che pensa ci siano una serie di opere sopravvalutate al mondo, una delle quali è la Nona sinfonia. E lui le spiega una ad una, e quella che rimane più impressa ai suoi studenti è la lezione 21, quella che parla della Nona. Solo che in questa lezione c'è una storia che racconta la storia della nona, per cui si trovano tutti quegli strani personaggi tipici dei suoi libri che in momenti diversi ci raccontano com'è andata quella serata, e oltre a loro una serie di narratori più o meno verosimili che ci definiscono i termini della questione.
Ecco, la cosa che più mi ha colpito di questo film è come Baricco non riesca a fare a meno del narratore, e non è solo il fatto che sia uno scrittore che per una volta fa il regista, se voi aveste dato qualche esamino di letteratura con qualcuno dei miei professori capireste meglio perché questa cosa è degna di nota. Il narratore non è un dettaglio nella storia e nell'evoluzione della letteratura. Onnisciente, che si intrufola, non onnisciente, in prima persona, in terza persona, flussi di coscienza... Non si sono mai usati a caso, e il fatto che lui li metta in un film, stupisce. No, non è una voce narrante, quella si è già vista, e non mi riferisco neanche all'allieva del professore che racconta la storia della lezione e del suo professore. Ci sono proprio dei mezzi busti che stan lì e ti raccontano la storia... Va beh, ne riparliamo!
Immagino di non essere riuscita a spiegare il tutto molto bene, allora aggiungo un video che spiega qualcosina in più, ma la cosa migliore è andare al cinema e vederselo.
Sì, lo so cosa state pensando, il mio non è un giudizio obiettivo. Ma il film è davvero bello!
4 commenti:
le tue parole le percepisco proprio..ed è per questo che VOGLIO assolutamente vedere questo film..perché so che c'è lui dentro! perché so che questo film è come la giacca di pekish..arriva il momento in cui è giusta ed è ora di andare..non sai quando, ma arriva quel momento..
lo vedrò!
ho capito che dentro c'è tutto lui..anche quello che nei libri non riesce mai ad entrare (poco, a dir la verità..ma c'è!)
E quindi dopo mesi di attesa le tue aspettative sono rimaste soddisfatte ^_^
Non sono una sfegatata di Baricco, ma i libri di lui che ho letto mi sono piaciuti, credo che il film prima o poi lo vedrò in dvd :)
@ Stefi: Posso correggerti? è a Penht quello a cui deve crescere la giacca.
Guarda, di una cosa sono sicura, che a guardarlo si ha la stessa sensazione che a leggere un suo libro! Ce lo siamo dette subito io e la mia compagna per la serata!
@ Lieve: Non sai la soddisfazione!! Anche perchè con tutta quest'attesa se mi avesse deluso ci sarei rimasta peggio!!
Secondo me merita, anche come tipo di film, così poco classificabile...
ah sì?!ecco! e io che sono pure andava via dritta senza nemmeno dubbi..l'ho riletto anche da poco tra l'altro!
sarà un'ottima scusa per riprenderlo in mano ancora allora! ;)
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