venerdì 25 settembre 2015

Dal dentista

Quando sali le scale dal dentista ti viene già incontro quel rassicurante odore di disinfettante. Poi entri e gli unici colori su cui posi gli occhi sono bianco e blu,  a volte verde.  Tutti sorridono e mi sono spesso chiesta se la musica di sottofondo serve  a coprire il rumore degli attrezzi al lavoro nella stanza a fianco. 
Le assistenti di poltrona sono sempre e solo donne,  non mi è mai capitato che fosse un uomo a dirmi "di qua,  si accomodi pure,  ecc.. "
Spesso mi dicono "tesoro,  vieni pure.. " anche ora che ho una fede al dito danno per scontato che io sia una ragazza a cui dare del tu. Io sospetto che il più delle volte siano più giovani di me,  ma non glielo dico perché si sentano a loro agio nel loro ruolo.
Fanno domande,  per intrattenere credo,  le risposte non gli interessano e infatti non le memorizzano e la volta dopo ti richiederanno le stesse cose. Io sorrido e ripeto,  ripeto anche il sorriso.
Quando entra il dentista tutto cambia,  lui (perché il dentista di solito è uomo) è più sbrigativo,  ti stringe la mano per proforma ma inizia subito a lavorare e a dare ordini all' assistente.  Anche lui parla con me mentre osserva la mia bocca o durante l'intervento,  ma non è previsto che io risponda (e come potrei? ) è abituato a fare monologhi,  il più delle volte descrive ciò che fa,  ogni tanto ti rimprovera perché magari i denti in fondo non li spazzoli bene.
Seduta lì con aspiratore e trapano in bocca il massimo che puoi fare è sospirare.