venerdì 25 settembre 2015

Dal dentista

Quando sali le scale dal dentista ti viene già incontro quel rassicurante odore di disinfettante. Poi entri e gli unici colori su cui posi gli occhi sono bianco e blu,  a volte verde.  Tutti sorridono e mi sono spesso chiesta se la musica di sottofondo serve  a coprire il rumore degli attrezzi al lavoro nella stanza a fianco. 
Le assistenti di poltrona sono sempre e solo donne,  non mi è mai capitato che fosse un uomo a dirmi "di qua,  si accomodi pure,  ecc.. "
Spesso mi dicono "tesoro,  vieni pure.. " anche ora che ho una fede al dito danno per scontato che io sia una ragazza a cui dare del tu. Io sospetto che il più delle volte siano più giovani di me,  ma non glielo dico perché si sentano a loro agio nel loro ruolo.
Fanno domande,  per intrattenere credo,  le risposte non gli interessano e infatti non le memorizzano e la volta dopo ti richiederanno le stesse cose. Io sorrido e ripeto,  ripeto anche il sorriso.
Quando entra il dentista tutto cambia,  lui (perché il dentista di solito è uomo) è più sbrigativo,  ti stringe la mano per proforma ma inizia subito a lavorare e a dare ordini all' assistente.  Anche lui parla con me mentre osserva la mia bocca o durante l'intervento,  ma non è previsto che io risponda (e come potrei? ) è abituato a fare monologhi,  il più delle volte descrive ciò che fa,  ogni tanto ti rimprovera perché magari i denti in fondo non li spazzoli bene.
Seduta lì con aspiratore e trapano in bocca il massimo che puoi fare è sospirare.

giovedì 9 luglio 2015

E oggi...

Mi sembra davvero incredibile quello che sta succedendo ora. Mi sembra incredibile che sia finito il tempo di attesa o dei silenzi e segreti,  il tempo in cui i sentimenti ci schiacciavano e il futuro era un enorme punto interrogativo.  Il tempo in cui salire e scendere da un treno era un momento quasi estatico e contavo i chilometri che ci separavano.
Ora il futuro è una casa spoglia con i muri appena dipinti.  Il futuro è una vacanza ad agosto per la quale finalmente partiamo nello stesso giorno e torneremo nello stesso giorno.  Il futuro è una data scritta su un cartoncino che abbiamo inviato a tutti i nostri amici.
Il futuro insomma è tutto nelle nostre mani pronto a farsi modellare come creta e nella buona e nella cattiva sorte lo modelleremo nel miglior modo possibile.
Spero però che non passi nella nostra mente e nel nostro cuore quella sensazione di attesa e di desiderio fortissimo che avevamo nei lunghi momenti di lontananza.  Perché anche quello ha contribuito a fare di noi quel che siamo oggi. Abbiamo desiderato la felicità dell'altro a scapito della nostra e abbiamo intravisto la possibilità di non poter contare l'uno sull'appoggio e il sostegno dell' altra. E questo ci ha fatto soffrire,  ma siamo riusciti a superarlo e a riabbracciarci permettendoci di stare insieme. E oggi siamo insieme,  in un modo così semplice che sembra impossibile. In un modo così bello che ogni tanto mi dovrò pizzicare per assicurarmi che sia vero!

lunedì 22 giugno 2015

un regalo riuscito

Questo è stato uno dei regali di compleanno più graditi. Lo avevo desiderato da quando l'ho sfogliato la prima volta sugli scaffali della libreria, e per fortuna qualcuno ha ricordato questo mio desiderio. Mi sono appassionata alla lettura delle lettere durante la stesura della mia ultima tesi, quando sbirciando e lettere di Benjamin Britten ho scorto l'uomo dietro l'artista. Questo lato dello studio della storia della letteratura mi ha sempre affascinato, possiamo sicuramente imparare molto dei grandi uomini e delle grandi donne della letteratura dai loro scritti, Possiamo capire quale sia la loro visione della vita, dell'arte, e possiamo capire quali sentimenti li attraversassero, ma inevitabilmente ad un certo punto ci troviamo davanti ad un muro, un muro costruito dalla forma, dall'uso sapiente della lingua.
Ma nelle lettere che Benjamin, ad esempio, scrive a Peter (Pears, N.d. A.) scopriamo i suoi timori, le sue paure, il suo bisogno di essere rassicurato e scopriamo che uomo paziente fosse Peter. In questo libro ci sono lettere più o meno eccellenti, e stralci scritti da personaggi immensamente famosi, quando non erano ancora tali. Come la  lettera di Virginia Woolf quando era ancora una bambina in cui chiede al direttore del Sun se Babbo Natale esiste davvero!
Il tutto prende l'avvio da qui: http://www.lettersofnote.com/
E questo spiega le scelte fortemente anglo-americane dell'autore.

Di ogni lettera c'è una foto della copia cartacea,  parecchie sono manoscritte, alcune invece dattiloscritte. Non serve dire che vale la pena comprarne una copia anche solo per vedere che grafia avesse Oscar Wilde! Ma se ancora non foste convinti... Potreste perdervi la ricetta degli scones della Regina d'Inghilterra??

venerdì 8 maggio 2015

Principi e principesse

Non è che il principe azzurro non esista, è che per troppo tempo ci hanno detto che vestiva un turchese decisamente fuori moda, un copricapo piumato e selezionava accuratamente le sue cavalcature perché fossero bianchi e immacolati destrieri.
Quando poi ti si presenta davanti al naso un tipetto stempiato, dal sorriso ingenuo che veste in jeans e camicie a maniche corte, non è che pensi che non sia lui, ma non lo noti proprio.
Non che girino davvero quelli a cavallo, eh intendiamoci, però se ti suonassero a casa, a loro daresti il beneficio del dubbio, mentre la logica vorrebbe che chiamassi il più vicino reparto psichiatrico della zona. Mentre alle volte a quello in jeans non dai neanche il beneficio del dubbio.
E' la definizione di principe azzurro che non funziona, non arriva a cavallo, non arriva sempre al momento giusto, ma molto spesso, è dotato della pazienza necessaria per aspettare il momento buono. Non cavalca un bianco destriero, ma può fare anche 600 km per te, e questo spesso vuol dire che ti chiederà di farne altrettanti, ma a quel punto, fidati, tu dirai di sì. Non è abbonato alla fioreria della città, e non gira con un mazzo di rose di serie, ma se capisce che hai bisogno di lui troverà il modo di esserci.
Insomma, ad un certo punto lo guardi e pensi che i suoi occhi sono marroni e non blu, che i suoi capelli non sono biondi, ma normalmente castani, ma l'ultima volta che ti sei guardata allo specchio anche tu non avevi una corona in testa, ma i tuoi soliti capelli castani e non importa il colore dei tuoi o dei suoi occhi ma importa la luce che ognuno di voi due vede nell'altro quando i vostri sguardi si incrociano. Non è che vi guardate emanando cuoricini e zuccherini, ma quando litigate c'è sempre uno dei due che cede per primo/a e fa un sorriso e ognuno dei due tiene enormemente alla felicità dell'altro, anche più che al proprio orgoglio.
Ecco, a questo punto l'iconografia classica del principe e della principessa non regge più, e il finale da favola è scontato e smieloso, e allora non vale la pena dire che vissero felici e contenti, ma che decidono di costruire la propria felicità ogni giorno della loro vita, quello sì.
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mercoledì 11 marzo 2015

How to #5: gli audiolibri

Rimpiango i viaggi in treno da universitaria, nonostante i disagi multipli creati da trenitalia erano occasioni per immergermi nella lettura (che fossero libri o giornali). Erano tempi obbligati di nullafacenza che dovevo (e potevo) riempire, e adoravo riempirli con le pagine dei libri. Certo nessuna giornata è troppo piena per leggere un libro eppure ritagliarsi un tempo così distaccato è diventato impossibile.
Quando quest'anno ho preso una supplenza a 50 km da casa mia mi è un po' dispiaciuto che fosse raggiungibile solo in macchina, perché magari un mezzo pubblico avrebbe potuto regalarmi di nuovo quel tempo per me. Fino a lunedì quando sono passata in biblioteca a darmi una ennesima occasione di leggere. La vetrina metteva in mostra dei piccoli cofanetti di audiolibri e ho pensato: ecco come, li metto su sull'autoradio e li ascolto!
Non vi nascondo che mi sono sentita un genio, e quasi come un segno divino, tra i pochi libri esposti c'era un libro di Virginia Woolf che voglio leggere da anni. Sicura di me vado al prestito e porto a casa il cofanetto, la sera salgo in macchina per affrontare i miei chilometri contenta come una bambina a cui hanno comprato un lecca lecca gigante e mi avvio.
All'arrivo mi era già più chiaro perché la mia non fosse stata poi quell'idea geniale che credevo.

1. Se devi ascoltare un libro invece della musica, considera che all'inizio la cosa ti creerà una sensazione diversa, perciò prevedì delle pause per "riattivare" il cervello.
2. Considera l'orario in cui farai quel viaggio perché alla sera sei più stanca, soprattutto se le tre ore prima sei stata davanti allo schermo di un computer.
3. Se sei alla prima esperienza con gli audiolibri scegli qualcosa di avvincente, soprattutto se sei in macchina e guidi perché la sicurezza vien mooolto prima della cultura.

Insomma sono scesa dalla macchina più assonnata di quando ci sono salita e mi aspettavano due ore di lezione. Ecco, non mi sono proprio sentita geniale... Però devo dire che non ho desistito, e anche se ho scelto una saggio (A room of one's own, Una stanza tutta per sè ) l'esperienza sta continuando nel migliore dei modi!

domenica 22 febbraio 2015

una carezza

Bussare a quella porta è un gesto che ho fatto e ripetuto per anni senza pensarci, e ora ha il sapore quasi di una cosa lontana. Entro, mi accoglie un sorriso e uno sguardo che so capire, e dice. "siediti, aspetta che non posso interrompermi adesso". Mi siedo nella mia piccola aula, e aspetto che il mio professore finisca di fare lezione a una ragazza che occupa uno sgabello strano (ma dove sono finite le sedie rosse) in un posto che è stato mio per 10 anni.
La ascolto e la mia mente vaga tra la musica, i gesti di lei, la nostalgia, e mille altre cose.
Usciamo, perché devo parlargli, chiude la porta sul corridoio, io raccolgo i pensieri per la richiesta che devo fare e sto per iniziare a formularla quando
"ma tu, stai bene?"
Rimango ammutolita. Forse è banale, ma non me lo aspettavo, e non riesco a rispondere che un banale "sì, bene." Ma per un minuto il tempo si è fermato, quelle poche parole sono state per me un po' come una carezza, tenere e inaspettate. Mi hanno sollevata, e hanno spazzato dalla mia testa tutte le cose che stavo pensando di dover dire, lasciandomi un vuoto piacere.

domenica 8 febbraio 2015

Ispirazione

L'altra sera hanno fatto ingresso nella mia classe due ragazze che non avevo ancora visto.
"Buonasera!"
"Buonasera, lei è... la prof. d'Inglese?"
"Sì, sto aspettando la seconda"
"Ok, allora siamo nel posto giusto!"
"Voi siete?"
"Siamo S.C. e E.Z."
"Ah, sì siete in elenco, però avete l'esonero per inglese, lo sapete, no?"
"Sì, sì, ma vorremmo frequentare comunque!"
Avranno vent'anni, hanno già un diploma e si sono iscritte nuovamente a scuola mentre cercano un lavoro. Le mie lezioni le potrebbero saltare, ma hanno deciso di venire. Una delle due ha passato un anno in Inghilterra, e mi ha detto "Sì, ma non l'ho mai studiato bene, e adesso se posso vorrei ripassare anche la grammatica."

Quando sento le statistiche alla televisione e vedo certi programmi penso che ci vogliono vendere davvero un paese che non siamo. Non siamo il paese dell'isola dei famosi e di amici di maria de Filippi. E i ragazzi di vent'anni non sognano di fare le veline o i tronisti. Però non hanno neanche tutti gli stessi sogni e aspirazioni, ma ad ognuno di loro è stata fornita un'"ispirazione diversa", e quelli a cui è stato detto che possono fare poco della loro vita sono vittime. Sono vittime di cattivi maestri (dentro e fuori dalle aule di scuola) che dovrebbero essere tenuti lontani da giovani menti che hanno bisogno che si dica loro che possono diventare migliori di quel che pensano di essere...


giovedì 29 gennaio 2015

Cavalleria

Quando entriamo in un locale mi faccio aprire la porta. Mi fermo, se sto camminando poco più avanti e gli lascio lo spazio per avanzare il braccio e aprirmi la porta.
Non si tratta di non esserne capace, né di essere timorosa di entrare per prima, si tratta di ricevere un gesto gentile e dare modo all'altra persona di fare qualcosa per me. Mi piace ricevere questa attenzione e mi piace aver realizzato che sono io che gli permetto di farlo. Me lo ha espressamente detto: "L'ho notato sai? quando arriviamo alla porta tu ti fermi su un lato per farla aprire a me, mi piace." Da lì in poi ho iniziato a farlo con consapevolezza.