venerdì 30 agosto 2013

In salita

Quest'estate ho imparato una cosa. Ho imparato che quando cammini in salita, ogni sensazione è amplificata. 

Quando cammini in montagna con lo zaino sulle spalle, la salita amplifica di molto la tua fatica, e riduce le tue energie a zero. Il respiro si fa lento e profondo, e sembra non riempire del tutto i tuoi polmoni. Sulle spalle il peso dello zaino sembra insostenibile, e ti chiedi come è possibile che tutto il tuo corpo non ne sia solo immensamente schiacciato. Gli occhi iniziano dal basso a percorrere quella strada, per pianificare e dosare le forze, e quando non trovano un punto in piano dove programmare il riposo, la mente si impaurisce. La forza di volontà ti fa andare avanti. Poco, a dirla tutta, perchè la sensazione fisica della fatica che stai provando è più forte.

Ti fermi. Respiri più a fondo. Cerchi di controllare quel cuore che batte all'impazzata. Il tentativo è vano, e già lo sai, ma ci provi comunque, respirando più lento, più a fondo. non appoggi lo zaino, perchè sai che sarebbe peggio. Non ti siedi, perchè chiederesti alle tue gambe il doppio dello sforzo. 

Torni con lo sguardo al sentiero, che non è clemente e propone ancora di salire, senza tregua. Ti ripeti che ce la farai, perchè lo stanno facendo tutti intorno a te, e la tua forza di volontà deve vincere.

Mentre cammini ascolti il tuo corpo e le sensazioni che ti dà, la senti la fatica, è quel liquido che ti sgorga da dentro, è il dolore delle spalle che portano troppo peso, è la pesantezza dei tuoi passi che si stanno muovendo lenti. Pensi anche che di fatica non si può morire, e vai avanti, aggredisci pezzi del sentiero, consapevole che ce la farai, con i tuoi limiti, con il tuo passo, con i tuoi tempi. 

Ad un certo punto credi di aver capito il ritmo. Il dolore non si è smorzato, ma riesci a procedere meglio, forse è solo la salita che si è ammorbidita, o forse davvero hai trovato un tuo modo di affrontarla. Finalmente intravedi il punto di arrivo. Facendo un rapido calcolo sai che non è ancora vicino, e che ti attende altra strada. Consulti la cartina, guardi le curve di livello, controlli la strada che manca, per sapere come affrontarla.

L'arrivo è un sollievo, è un panorama che toglie il fiato, e la soddisfazione di essere arrivata lì con le tua gambe. Togli lo zaino e le spalle fanno ancora male, solo che ora non lo senti, le gambe sono indolenzite, ma finalmente il respiro è tornato normale, e il tuo cuore ricomincia  a battere ad un ritmo che conosci...