Mi chiedo sempre quanto sia esportabile quando lo vedo. Perchè io sono veneta, e me lo godo fino in fondo, ma se lo senti parlare, e non sai cos'è il calìgo, o cosa sono i caparossoli, te lo può anche tradurre nello spettacolo, ma non è la stessa cosa.
Raccconta storie Marco Paolini, e di solito le racconta con una lavagna davanti e nella storia c'è sempre un treno, anche quando non c'entra con la storia. Racconta storie della sua terra, e allora parla di nebbia, di isole, di montagne e di pianure, di gente e delle abitudini di un popolo che può piacere oppure no, ma sul quale trova sempre il modo di farti sorridere.
Dal vivo ho avuto poche volte la fortuna di vederlo, l'ho sentito parlar di rugby, e in una città come la mia non è semplice, e poi lui ci mette sempre di mezzo la politica, con le sue contraddizioni, e le sue ingenuità, e racconta i modi autentici delle persone. E' quello che ti fa ridere, riconoscere il modo, la parlata, la frase che sai essere vera, detta, sentita.
Ma quello che a me piace più di tutto è vederlo muovere.
Non è solo mimare il movimento per darti l'idea di quello che vuole dire, è un balletto quello che fa, e non che sia un movimento sempre così elegante, ma il movimento da solo racconta tutto, ti riracconta tutto lo spettacolo. E non riesci a togliergli gli occhi di dosso, perchè è con te che sta parlando, è a te che sta raccontando quella storia.
Foto da qui
Se poi hai visto il Vajont, sai che può raccontare qualsiasi storia, anche le tragedia così grandi imputabili alla stupidità umana. Orazione civile, la definisce, molto di più secondo me. E' un documentario, ma è anche spettacolo, e uno spettacolo al quale non si può restare indifferenti. Se sei nato a Belluno immagino che abbia un peso diverso la tragedia successa a Longarone, ma se hai visto lo spettacolo di Paolini, non sarai mai più indifferente a quel nome: Vajont.
Un artista straordinario, che racconta la storia e le storie che conosce bene, e che forse sono difficilmente usufruibili da tutta l'Italia, o forse no, perchè magari in tutta questa globalizzazione è stato sdoganato anche il dialetto veneto, perchè chi ci è passato per queste terre lo sa, che non è cattiveria, è che è la nostra lingua, e in certi momenti non si può parlarlo l'italiano, perchè certe cose non si possono dire in italiano.
Però è uno di quegli artisti che ti fanno sentire un po' più orgoglioso di essere italiano.
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