mercoledì 25 gennaio 2012

Storie di ordinario razzismo

Salgo sull'autobus tutti giorni, un po' meno spesso di me salgono i controllori, forse per questo motivo questo mese è aumentato l'abbonamento. Sono seduta vicino ad una signora non giovanissima che puntualizza:
"Ci vuol poco a fare i controlli, tanto sappiamo tutti chi non paga il biglietto!"
Io mi giro, la guardo, ma non accenno una risposta, vedo che ha ancora qualcosa da dire.
"Lei capisce a chi mi riferisco, no?"
Ha uno sguardo complice nei miei confronti la signora, e continua a parlare e mi dice:
"Certi giorni si vedono salire certe tribù..."
Adesso ho qualcosa da dire anch'io, con calma, ma ho qualcosa da dire:
"Sa, io vedo tutti i giorni delle signore di colore salire alle fermate dopo la mia sull'autobus, e mai una volta saltano di obliterare il biglietto. Non serve essere extra-comunitari per non pagare il biglietto, sa? So invece per certo di molti italiani che non lo pagano, perché tanto i controlli sono pochi!"
La signora è sorpresa del fatto che non fossi d'accordo con lei, e sembra anche ragionevolmente stupita.
"Ah, lei dice?"


Qualche giorno più tardi di ritorno sulla stessa linea incrocio di nuovo i controllori. Uno di loro si trattiene a lungo con una signora dal chiaro accento del nordestchelavora, la signora pare non riesca a trovare il biglietto giusto obliterato per la corsa che sta effettuando. E il controllore continua a ripeterle una frase, man mano che lei presenta biglietti evidentemente non validi:
"Signora, quel biglietto lì non me lo faccia neanche vedere che è obliterato due volte e le devo far la multa!"

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