venerdì 8 luglio 2011

ri-scritture


Foto from Flickr

Britten scrisse Il Giro di Vite in un tempo veramente irrisorio rispetto a quello che ci sto mettendo io a scriverne l'analisi. Forse tutto questo ha un senso. Di sicuro io non capisco quale.

Un altro parallelo tra la scrittura della mia tesi e certi incidenti che ho ritrovato nella genesi delle due forme dell'opera in questione, li ho già sottolineati qui. Oggi pensavo di dedicami alla revisione del capitolo centrale della mia tesi che finalmente ha visto una fine. Pensavo, perché poche ore fa il mio prof., che non scrive di sua spontanea volontà quasi mai ai suoi studenti, mi ha scritto una mail. Una mail che sarebbe stata utilissima 6-7 mesi fa, che parla della mia bibliografia e dell'impianto dei capitoli. Mi chiede in pratica di aggiungere fonti e argomenti.

Stamattina rileggevo il passaggio in cui spiego che la produzione di Britten si è lamentata che l'opera era troppo corta, e chiedeva di aggiungere qualcosa. Britten si rifiutò di aggiungere del materiale per ragioni così "tecniche", ma discusse con la librettista l'ipotesi di aggiungere un prologo narrativo. Nonostante le preoccupazioni della Piper (la librettista, appunto), il prologo risulta un'inserzione perfettamente sensata nell'opera, e non porta nessuna inutile ripetizione. Sarebbe estremamente interessante far notare questo parallelismo al mio prof., ma non sono sicura che disponga di sufficiente sense of humor, e non sono nemmeno sicura di poter obiettare alla stessa maniera di Britten...

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