venerdì 10 giugno 2011

A proposito del referendum...

Questo fine settimana si va a votare per il referendum, l'ennesimo! Ieri la mia panettiera mi fa: "ma devo votare anch'io per il referendum?". Ecco, allora a me vien voglia di specificare una cosa...

Nonostante quello che ci raccontano, andare a votare è un diritto e un dovere, quindi sì, si va a votare, poi se segnare sì, o no è una decisione che prenderà la vostra coscienza! Si va a votare perché non è vero che il non voto è un voto. Il non voto è una scelta (quello si spera, e non una dimenticanza!), ma è la scelta di non esprimere un'opinione, non di esprimere la propria contrarietà. La nostra beneamata e maleinvocata Costituzione prevede un quorum per i referendum abrogativi. Fatto salvo che non sono una giurista, ma credo di essere una cittadina di buon senso, credo che si stia manipolando l'interpretazione di questo quorum. Il punto è che per abrogare una legge che già esiste è necessario che la cosa provochi l'interesse di almeno il 50% +1 delle persone che hanno il diritto di voto. Questa l'intenzione di chi ha stabilito questo limite per il referendum, e non altra!
Bene, a questo si aggiunga che chi dice "non andiamo a votare" sa perfettamente che esiste sempre una fetta di popolazione che non esercita il proprio diritto-dovere. Si può vedere anche alle recentissime amministrative dove anche se l'affluenza è stata alta non ha superato l'80% (più o meno, non mi fate le pulci sui numeri)!
Allora chi vi chiede di non andare a votare per esprimere un no, in realtà confida anche in chi non va a votare per altri mille motivi (che non ho le competenze e il tempo di indagare!). Così, con un 25% fisso che non vota, basta molto poco per far fallire un referendum. Ma chi ha deciso, dov'è la maggioranza?
Perché dovrebbe valere anche un principio per cui chi lascia agli altri decidere per sé (quell'ipotetico 25% di cui sopra) deve accettare le decisioni. Ma la maggioranza di persone che vuole esprimere il proprio diritto e il proprio pensiero come vota? Se chi vuole esprimersi per il no, non va a votare, non lo sapremo mai e non sarà la maggioranza a vincere, ma una minoranza furba.

Ecco, allora a prescindere da come la pensate per piacere non fatevi fregare da chi dice che il non-voto è come votare per il no. Perché il non-voto è come non votare, è come dire "fate voi, a me non interessa!". Poi con una mano sula coscienza provate anche a pensare a chi per un voto ha dato anche la sua vita. Se come me appartenete alla specie delle donne, e delle donne italiane, pensate che proprio ad un referendum, nel non-poi-così-lontano 1946, nel nostro paese si sono fatti venire in mente che pure noi donne potevamo esprimere un'opinione. E prima che ci ripensino, e che "tanto ai referendum gli italiani non vanno più a votare", ci tolgano pure quello, per piacere andate a votare. E votate un po' quello che ritenete meglio per voi e per i vostri figli.

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