domenica 26 ottobre 2008

La mia tribù

"certo che siete una bella tribù!", così aveva commentato la nostra conoscenza la morosa di mio cugino (che non è proprio mio cugino, ma il figlio della cugina di mia mamma, ma io ho risolto da anni i problemi di nomenclatura: chiamo cugini tutti quelli che per età potrebbero esserlo, e non hanno un grado di parentela ben definito). Probabilmente da poco aveva conosciuto parte di questa "tribù". Siamo ben sparpagliati, in quasi tutto il Veneto e anche all'estero. Io stessa non conosco tutti i miei parenti, e non conosco neanche tutti quelli che mi conoscono, o mio papà dice che dovrei conoscere perché magari li ho visti una volta quando avevo 3 anni... Possono sembrare ingombranti ogni tanto, perché ormai annoveriamo una serie di zie anzianotte che per delle mezz'ore sono capaci di parlare solo di disgrazie, che ti salutano almeno 3 volte prima di andare via sul serio, e che ti parlano di cose che non capisci, non conosci, e di cui ti interessa anche molto poco! Ma in fondo a me piace molto questa cosa della famiglia numerosa, anche perché noi cuginetti piccoli in quei momenti ci divertiamo a fare la conta di quelli che non conosciamo e ci salutano come se li avessimo visti tutti i giorni della nostra vita!

Comunque questa grande tribù non si riunisce così spesso, ma come ogni buona tribù che si rispetti si stringe intorno a chi soffre, consola e aiuta, e partecipa del dolore in modo anche poco discreto alle volte, che può acuire il dolore di chi ha perso qualcuno di caro, ma così è, e così dobbiamo accettarla... Per quanto sparpagliati possiamo essere, se succede qualcosa ci si raccoglie tutti, non importa quanti chilometri ci siano da fare o quanti mezzi bisogna prendere, anche in giornata ci sono tutti, o quasi...
Poi quando rimangono gli ultimi cocci da tirar su, rimane la piccola tribù, quella che c'è quasi tutti i giorni, che ogni tanto si divide, ma alla fine si ritrova sempre, quella che si capisce senza tanto bisogno di parole, quella che se c'è bisogno c'è sempre, anche prima che ti ricordi di chiamarli, che si ritrova sempre intorno ad una tavola imbandita, quella che ha visto al suo interno qualche incomprensione, che le generazioni più giovani hanno poi risolto, quella dove il più piccolo ha 4 anni e se ne approfitta perché è il più carino e coccoloso di tutti...
Insomma la mia famiglia, di cui mi sono riappropriata da qualche anno, che amo follemente, anche quando mi fanno arrabbiare, di cui mi sento ora davvero parte per aver lottato per essa. Perché può sembrare che ci sia voluto poco a separarci, ma ci è voluto ancora meno a riunirci, e adesso che una parte sta soffrendo, soffriamo tutti, e ci vogliamo stare vicini anche se di chilometri a separarci ce ne sono molti...

2 commenti:

mary. ha detto...

Beata te. Io invece oscillo tra il pensiero che la mia famiglia sia insopportabile e il pensiero che sia assolutamente detestabile. :-(

Clode ha detto...

Sai, io parlo della mia famiglia allargata che riesco a vedere abbastanza poco! Anch'io tra le mura domestiche sono abbastanza insofferente!
Ma quando hai passato quello che abbiamo passato noi o ci si digrega del tutto o ci si unisce nonostante tutto!