martedì 28 aprile 2009

Posti che...

...che fanno venire voglia di fare cose che non hai mai fatto e non hai mai avuto voglia di fare! Come questo negozio:



Si trova in centro a Padova, e alle volte mi capita di passarci davanti, non riesco mai a non fermarmi. Fa parte di quei posti meravigliosi in cui mi piace posare la sguardo, ma questo negozio, oltre ad essere nella parte vecchia della città, e di conseguenza la più affascinante, ha un fascino in più. Sarà la disposizione degli oggetti, sarà che almeno dalla vetrina sembra essere fornito davvero di tutto. O sarà qualcos'altro che non so capire, ma mi viene sempre voglia di imparare a disegnare quando ci passo davanti, per poter una volta almeno entrarci dentro, che lo so che dentro a questi posti i negozianti sono sempre esperti, in questo non può esserci altro che un pittore, che sa tutto di Giotto e della Cappella degli Scrovegni, che conosce i segreti più intimi dell'arte del ritratto...

La cosa buffa è che io odio disegnare, non sono in grado, anche da bambina, non volevo mai disegnare, qualsiasi cosa pur di evitare di fare un disegno!


Eppure davanti a questa vetrina... mi vien voglia di dipingere!

martedì 21 aprile 2009

ricetta per la bella stagione

La bella stagione è arrivata e con esse le prime scampagnate e le prime "gite fuori porta". E di conseguenza inizia la mia produzione di torte salate!
Sì, perchè la cucina è uno dei miei piccoli piaceri, e che io mi diletti è uno dei piaceri dei miei amici, che apprezzano le mie creazoni. Adoro la pasta sfoglia, è estremamente utile per combinare insieme tantissime ricette diverse.


La mia versione estiva è già entrata in produzione e vi posto alcune foto. Immagino che la ricetta sia sufficientemente banale (non sono mica una food-blogger!!), ma non seguo mai una ricetta per queste cose, vado ad estro e fantasia, per cui...




dopo aver messo la pasta sfoglia nella teglia, adagiate sopra qualche fetta di prosciutto cotto. Intanto saltate in padella con un po' di olio extra vergine di olive i pomodorini tagliati a metà con un po' di sale, pepe e origano. Scolate l'acqua in eccesso, aggiungete di nuovo una presa di sale. Adagiateli poi sul fondo della torta e aggiungete qualche oliva tagliata a metà e qualche cappero, poi dei cubetti di mozzarella (è preferibile quella per pizza che lascia meno liquido). Aggiungete un filo di olio.

Ricoprita con un altro disco di pasta, al quale avrete tagliato un po' i bordi per farlo meglio aderire, e infornate in forno già caldo per circo 20 minuti. Il risultato dovrebbe essere questo:

Vi sconsiglio di consumarla appena venuta fuori dal forno, perché rischiate l'ustione, è buona anche fredda!!


Vorreste vedere l'interno?!
...eh, non ho mica fatti in tempo a fare la foto!!

venerdì 17 aprile 2009

"Teacher, questa è per te, l'ho fatta io!"

Una ghirlanda di margherite e pratoline tutta per me!
Per fortuna che ci sonoi bimbi a regalarmi dei fiori ogni tanto!

venerdì 10 aprile 2009

Quello che i giornali italiani non hanno il coraggio di dire...


Dopo il terremoto Berlusconi tramuta il disastro in vantaggio elettorale.

L'energica reazione del leader italiano al disastro si è rivelata un trionfo d'immagine.

Ancora riecheggiano le beffe dei media di tutto il mondo, Italia inclusa, nelle orecchie di Silvio Berlusconi di ritorno la settimana scorsa dal g20 a causa dei suoi modi da clown al summit internazionale. Ma 4 giorni di impegno e iperattività nel disastro dell'Abruzzo hanno portato il premier dalle stalle alle stelle. Conducendo le operazioni dal fronte, il 72enne Presidente del Consiglio, ha dato un taglio alla burocrazia che spesso in Italia rende un incubo ogni operazione apparentemente semplice, e ha trasformato una zona disastrata in un nuovo e provvisorio terreno economico. Ha impegnato ieri altri 70 milioni di euro in aiuti per l'emergenza, portando il totale a 100 milioni. Ha anche annunciato che i 28 milioni di sfollati sarebbero stati esentati da pagamenti di ipoteche e tasse con effetto immediato.

Se la spinta politica che si sta godendo adesso sia provvisoria non è ancora chiaro. Quello che è chiaro è che dal momento del disastro si è creata una netta distinzione tra la percezione del premier in Italia, e all'estero. I suoi commenti apparentemente ironici, e i suggerimenti agli sfollati di pensare di essere in vacanza in campeggio, e di tirarsi su di morale passando la Pasqua al mare, sono presi dai media stranieri come esempio delle esternazioni sempre fuori luogo di Berlusconi.
In Italia, alcuni, come l'ex senatrice, dicevano che le sue battute erano un riflesso della sua insensibilità. "Lui non può essere mai negativo... quindi la sua risposta è l'ottimismo
estremo", disse alla stampa francese.
Il grande pubblico si è a malapena accorto di queste gaffe, alcune della sue apparizioni nella zona del terremoto anche addirittura catturato qualche applauso. E i giornalisti che spesso sono scettici circa Berlusconi, hanno concluso che , politicamente, questo è un "buon" terremoto per lui. Ha annullato una visita in Russia ed è volato in elicottero lunedì mattina in Abruzzo poche ore dopo il disastro, all'ora di pranzo era in televisione seduto al fianco del capo della Protezione civile Guido Bertolaso, a rilasciare numeri e statistiche sulle morti, sulla distruzione, e sulle squadre di soccorso.
Martedì era di nuovo lì per dare un'altra occhiata, e mercoledì ha fatto un giro a piedi nel centro devastato de L'Aquila, la capitale dell'Abruzzo."E' molto peggio di quello che pensavo" ha commentato alla conferenza stampa, ormai un rituale quotidiano. "Pensavo fossero state danneggiate solo le vecchie abitazioni, ma qui non c'è più un edificio intatto, è una città fantasma".
Con indosso un elmetto di sicurezza stile Ultraman, ha parlato con i superstiti, uno dei quali, un'anziana signora dai capelli bianchi piangendo gli ha detto:" Silvio, c'aiuti, non mi è rimasto niente, nemmeno i denti! Non dimenticarti di noi!" Scrollandosi di dosso la timidezza verso le persone comuni che negli anni passati lo aveva reso un testimone imbarazzato delle tragedie altrui, le ha accarezzato i capelli stringendola al petto.
"Faremo tutto il possibile" ha risposto con la voce soffocata dall'emozione, "vedrà nessuno sarà dimenticato, siamo qui."
In questo modo, a poche settimane dalle elezioni europee, Berlusconi sembra aver trovato il modo per dominare le notizie sul terremoto per tutta la settimana, evitando di dare l'impressione di sfruttare la tragedia per fini politici.
E secondo uno dei principale quotidiani italiani, dopo 15 anni in politica avrebbe trovato la sua situazione operativa ideale. " Massimo Gramellini ieri ha scritto sulla stampa:"Ci voleva un incubo per realizzare il sogno degli elettori di Berlusconi. Per la prima volta lo abbiamo visto all’opera non come politico né come imprenditore, ma come imprenditore dotato di potere politico. Si è arrotolato le maniche ed è sceso in campo.suo campo, quello del «fare», dove può esprimere la personalità debordante senza i vincoli delle procedure formali."
Berlusconi così ha reso i suoi avversari praticamente invisibili. Anche Franceschini, il leader dell'opposizione, capo del Partito Democratico è andato a L'Aquila, mercoledì, ma nessuno se n'è accorto. Il presidente Napolitano c'è stato ieri, Papa Benedetto ha detto che farà visita al più presto, ma nessuno dei due ha sfidato il premier che mercoledì ha detto di non aver dormito per 44 ore mentre sciorinava statistiche con modi da macchinetta: 2,962 tende per 17,772 persone, 24 cucine da campo, 14 ospedali da campo 28,000 senzatetto, 8,500 squadre di emergenza e così via.
Sembra ripetersi la scena della crisi per la spazzatura a Napoli, quando un anno fa dopo aver vinto le elezioni ha tenuto nella città in primo vertice di governo e fece gran mostra di essersi preso personalmente carico del problema, con lo stesso capo della Protezione Civile al suo fianco.
Ma Napoli era una sfida più tosta: L'ostilità all'impianto di nuovi inceneritori e il coinvolgimento del crimine organizzato nell'affare dei rifiuti erano alcuni degli elementi che la resero una crisi difficile da gestire.
Al contrario, il disastro procurato dal terremoto è fortunatamente semplice: ci sono solo vittime, decine di migliaia, come la donna con la dentiera.
Nessuno ha la forza di accusare Berlusconi di ricavare capitale politico dalle loro disgrazie; e quasi tutti devono essere sinceramente grati che qualcuno così energico, deciso e potente sia disceso dall'alto a sventolare la sua bacchetta magica.
Così la riduzione della oplitica italiana ad una sola grande personalità, il progetto di Berlusconi da quando si candidò 15 anni fa, è praticamente completo.

Da The Independent 10/04/09, Peter Popham

mercoledì 8 aprile 2009

Sono più portata a credere ai giornali stranieri...

La città ha ignorato l'avvertimento del l'imminente terremoto, più di 150 i morti, 1500 feriti e 50 000 sfollati nel disastro che ha colpito l'Italia.
Quando ieri l'Italia si riprendeva dal potente terremoto che ha fatto più di 150 vittime, e raso al suolo intere città mentre la popolazione dormiva, un sismologo affermava di aver dato notizia del disastro nelle 24 ore precedenti e afferma che il suo allarme è stato ignorato.
La scorsa notte le squadre di emergenza stavano ancora freneticamente cercando dei sopravvissuti nella città medievale de L'Aquila, vicino all'epicentro del sisma, e nei villaggi vicini, lungo le montagne dell'Abruzzo, nella zona centrale del paese. Pare che una squadra abbia salvato almeno 60 persone dalle macerie. Più di 1500 sarebbero i feriti e fino a 50 000 persone sono rimaste senza un'abitazione. I dispersi sono decine, e pare che il numero dei morti sia destinato a salire. Nonostante il presidente del consiglio Silvio Berlusconi abbia dichiarato lo stato di emergenza e promesso un numero eccezionale di squadre di salvataggio, la forte amarezza si sta diffondendo in merito alla presunta possibilità di salvare tutte queste vite facendo evacuare prima delle 3.32 della notte, ora in cui il terremoto ha colpito. La scossa è stata misurata, 5.8 gradi della scala Richter, secondo l?istituto Nazionale di Geofisica Italiano, Il Geological Survey americano riporta invece la misura di 6.3.
Un certo numero di scosse aveva colpito la regione de L'aquila a metà gennaio, il che ha spinto Giampaolo Giuliani, un ricercatore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare i cui laboratori si trovano sotto il Gran Sasso a far scattare l'allarme. In alcune interviste precedenti la scossa di terremoto, affermava di aver sviluppato un sistema di avvertimento basato, non sulle onde sismiche, ma sul radon che viene espulso dal terreno sottoposta ad intense pressioni.
Dopo la sua avvisaglia un furgoncino con megafono ha fatto il giro delle case avvertendo la popolazione di lasciare le proprie abitazioni. Ma il sindaco, Massimo Cialente, lo ha minacciato di procurato allarme, anche se nella regione si erano verificate 9 scosse dall'inizio di aprile."Ci sono persone che devono chiedermi scusa e che avranno sulla coscienza il peso di quello che è accaduto", dice Giuliani a La repubblica, l'esperto racconta di non aver saputo come muoversi domenica quando gli fu chiaro che il terremoto era imminente "non sapevo più a chi rivolgermi, non potevo fare nulla perché ho ricevuto un avviso di garanzia per aver detto che ci sarebbe stato un terremoto".
Berlusconi che ha cancellato un viaggio in Russia, per raggiungere le zone colpite dal disastro, appare sulla difensiva quando gli si chiede ragione del comportamento delle autorità. Ora è tempo di concentrarsi sui soccorsi e “possiamo discutere in un secondo momento sulla prevedibilità dei terremoti”.
Nel centro de L'aquila il suolo è ricoperto da macerie, cemento, mobili, tegole. Le strade sono ricoperte di polvere grigia, e così le auto parcheggiate, il tetto della cupola di una delle chiese in piazza Duomo è completamente andato. La gente del posto racconta l'orrore di vedere la propria città spazzata via sotto i loro piedi nel mezzo della notte.
"Mi sono svegliata con il suono di quella che sembrava l'esplosione di una bomba" racconta Angela Palumbo, 87 anni."siamo riusciti a scappare mentre tutto ci cadeva addosso. Tremava tutto, i mobili cadevano. Non ricordo di aver mai visto niente del genere prima d'ora"
[...]
Da The Independent

P.S. La traduzione è mia, tralascio l'ultima parte dell'articolo che riporta le reazioni delle vittime, nel remoto caso di citazione vi prego di indicare la fonte.

sabato 28 marzo 2009

Nella vecchia fattoria....

"Children, oggi ripassiamo gli animal della farm che abbiamo imparato all'inizio dell'anno, ve li ricordate?!"
"Quello che fa Bau Bau?!"
"Dog!"
"E poi? chi se ne ricorda un altro?"
"Cat!"
"Very good! Altri?!"
"Horse!"
"Cow!"
"E poi?! ve ne ricordate altri?!"
"Ad esempio quell'animal della Farm, della fattoria, che ha le orecchie lunghe, è pelosetto e salta!"
"Elephant!"
"..."

(Vanno portati più spesso in campagna questi bambini...)

giovedì 19 marzo 2009

Dell'informazione, o quel che rimane...

Si fa un gran parlare di informazione in questo periodo. In tutti i modi, dileggiandola, dicendo che in Italia non esiste, dicendo che è in mano a pochi, e quant'altro...

Ci pensavo, e mi chiedevo: di quale informazione posso fidarmi?!
Domanda difficile. Da molti autorevoli giornalisti mi viene detto che troppo spesso l'informazione viene manipolata, cioè vengono date le notizie parzialmente, o senza aiutare a riflettere sulle reali conseguenze per noi cittadini, o addirittura alcune notizie non vengono date perché ritenute "scomode". Anche questa è informazione, e sono libera di crederci o meno. Tanto per chiarire, c'è chi sceglie di credere a Fede, e chi a Travaglio. Ora, io posso anche decidere di ritenere Fede, e chi guarda il suo telegiornale persone dallo scarso senso critico e totale mancanza di quello che viene chiamato principio di realtà. Però ovviamente altrettanto succederà a loro nei miei ( e di alcuni altri) confronti. No, non è un simpatico esercizio di logica, ho una vaga idea di dove voglio andare a parare...

A questo punto in questo mare di frasi e loro contrari che si trovano in giro un pensiero sorge nella mente di un cittadino che voglia essere informato: e se mi procurassi da solo le informazioni, le valutassi da me?! certo, è possibile, ma molto dispendioso in termini di tempo. E soprattutto, se il giornalismo, e i giornali sono nati è stato per fornire un servizio (che viene pagato) che sta proprio nell'informare. I giornali nascono nel secolo dell'illuminismo, in cui la ragione illuminava le menti degli uomini (o almeno questo si auspicava), e quale mezzo migliore per fare sì che ogni mente umana si formi la sua opinione a partire dal mero dato oggettivo.

Lo so. I dati oggettivi non ci sono. Il fatto stesso che te li comunichi un altro essere umano non garantisce sull'oggettività, ma penso che siamo tutti in grado di distinguere una notizia data in modo "equidistante" da una che non lo è!

In questa bagarre gigantesca io ho trovato ristoro su quotidiani esteri. Vi interessa qualcosa che è accaduto in medio oriente?! Leggete Robert Fisk, lui sì che è un giornalista, quello che ha scritto lui dopo la condanna di Saddam su Inghilterra e America, non so se qualcuno in Italia avrebbe avuto il coraggio di scriverlo!!

Però purtroppo per sapere qualcosa della politica italiana bisogna aspettare che il presidente del consiglio ne combini una delle sue... e non sono parole lusinghiere quelle che arrivano in quelle occasioni.

Allora che fare?! Perché ad esempio che la riforma della Gelmini è passata, lo hanno detto pochi telegiornali e giornali dedicando davvero uno spazio minimo, che mercoledì c'è stato uno sciopero, che gli stessi ragazzi che qualche mese fa hanno fatto tanto scalpore tornano a muoversi per questi vergognosi tagli, non ce lo sta dicendo quasi nessuno... ed è così per tante altre cose
che fare?


questo non lo so...

mercoledì 4 marzo 2009

"I musicisti sono animali strani"

foto from Flickr
...diceva la mia prof. di armonia, "animali molto sensibili, non parlargli di soldi, perché potrebbero offendersi, loro non mangiano, non si vestono, vivono della loro arte!" E noi sorridevamo, sì perché non sapevamo.

Non sapevamo quante volte avremmo suonato "per la gloria" (che non è una simpatica ragazza!), quante volte ci avrebbero ripagato delle nostre fatiche con un rinfresco e qualche pizzetta, quante volte neanche quello, solo un grazie ed un paio di complimenti, e a volte trattati anche peggio.

Oggi mi è successo qualcosa del genere, ma non è la prima volta. E mi sono chiesta se la stessa gente avrebbe chiamato l'idraulico e poi invece di pagarlo gli avrebbe offerto il pranzo (di pesce, visto i costi medi), chi si sognerebbe mai di chiedere una consulenza professionale e poi non pagare per il servizio avuto.
Attenzione, perché non è una questione di soldi, ma di dignità, mi spiego meglio. Sono convinta di non poter chiedere i compensi di Uto Ughi ( e infatti il paragone lo faccio con l'idraulico, non con Andres Segovia), ma a qualcuno va spiegato che per suonare quei 20 minuti di musica che mi sono richiesti io ho studiato 10 anni, ho dato esami e preso un diploma. Questo vuol dire che quando mi esibisco metto in campo non solo le mie capacità, che saranno valutate, ma anche la mia professionalità e la mia dignità. Traduco: faccio delle prove, studio, preparo un programma adatto al pubblico che mi ascolta, adatto all'occasione, se serve mi preparo per introdurre quello che suono, ecc...
Insomma, che vi piaccia o no, faccio il mio lavoro, e non vedo perché non dovrei essere pagata per questo, poi come sempre quando ci si rivolge ad un professionista, se il lavoro è malfatto la prossima volta si chiamerà qualcun altro.

Ma purtroppo la prima cosa che sbagliamo è la nostra mentalità. Sì, perché alle prime occasioni che abbiamo di suonare, siamo talmente grati che diamo per scontato molte cose. Ricordo molto bene occasioni per piccoli concerti di cui ero contenta anche solo perché provavo dei pezzi per il diploma, o appena dopo il diploma, per mettermi alla prova su un certo tipo di repertorio, e di chiedere un compenso non hai la minima idea. Perché, pensi, non sono neanche diplomato, o sono appena diplomato, in fondo serviva quasi più a me... Ma l'idea che passa è che la musica non si paga, non hanno costo quegli anni spesi a sudare su quegli spartiti, è vero, ma diventa una scusa troppo comoda. Non ha costo il piacere di una musica da ascoltare nell'intermezzo di una qualche conferenza.
Ed eccolo qui il musicista, animale sensibile, che si trova a suonare per una platea deserta, perché il concerto è stato messo nella stessa data della gita della classe a cui era destinato, ma l'importante è che eseguano il brano e che qualcuno li ascolti, non importa in quanti. E lo stesso musicista aspetta di sapere quando deve suonare e viene poi avvisato che alcuni degli scrittori che interverranno oggi si sono organizzati diversamente e hanno un altro strumentista (non lo diciamo che non si sa neanche con che qualifica, perché poi non è quello il punto), e quindi non sappiamo più come gestire la cosa. E allora che fai?!
Ti alzi e te ne vai, spiegando che non sei tu che hai chiesto di suonare e che non vuoi essere d'intralcio a nessuno, però pensi, pensi che se avessi fatto l'idraulico, almeno ti dovrebbero pagare l'uscita!

martedì 3 marzo 2009

"Però, ti appassiona 'sta roba!"

Il commento di un amico mi fa pensare che sì, mi piace quello che sto facendo ora, io, che a scegliere faccio sempre così fatica, ho fatto la scelta giusta, una volta tanto... Perché quella cosa lì di scegliere è una cosa difficile, e io l'ho imparato bene, io che di scelte importanti nella mia vita ne ho fatte almeno 3.. almeno, perché poi se magari ci penso ne ho presa anche qualcuna in più. Io, che in questi giorni rimugino su una scelta fatta, e scelte da fare, e che in generale "penso troppo", quella volta ho scelto d'istinto, di pancia, non di testa... e ho scelto bene!

venerdì 27 febbraio 2009

immagine da Wikipedia
Ieri sera prima di cena, stavo facendo un po' di zapping e (ahimè) capito su rete 4 nel momento in cui intervistano alcuni cittadini sulle nuove limitazioni allo sciopero (non si deice così?!).
Io spero che de defic... beninformati del geere li abbiano cercati col lanternino! Ovviamente non serva dire che pansavano tutti che fosse una legge assolutamente necessaria...

Anch'io mi arrabbio quando non c'è il mio trenino che mi porta a lezione o al lavoro, ma io ho rispetto del diritto allo sciopero ( lo diceva già Locke anni fa, e dargli del comunista e quanto meno anacronistico...). E lo sciopero nasce dalla volontà dei lavoratori di far capire che quello che fanno è importante, facendolo mancare. Nasce dalla concezione che essere una società, una comunità, vuol dire che se una parte soffre, ne soffre tutta la comunità. Ma la società non può accorgersene finchè quei lavoratori garantiscono il loro servizio.
Allora qualcuno mi può spiegare qual è il senso dello sciopero virtuale (= finto)?!
Perchè io nella mia mente limitata non lo riesco a capire, però nella mente limitata di cui sopra me la vedo la scena di uno sciopero virtuale di cui non si accorge nessuno, come non ci si accorge del disagio che sta dietro...

giovedì 26 febbraio 2009

Cose che non cambiano


Se c'è una cosa che non è cambiata in 7 anni di Università (e temo non cambierà, ma auspico di non essere qui a verificarlo) è la fila al bagno delle donne. Lo so quello che state pensando: non c'entra niente l'Università, ma vi assicuro che il nostro è un caso un po' più particolare!
Sì, perché vorrei fare 2 chiacchiere con la geniale mente che ha pensato ben 2 bagni per gli uomini! Ah, forse non è noto ai più qual è la mia facoltà: Lingue! Ecco, che gli uomini di questa facoltà si contano sulle dita di... su un paio di dita! E non serve lavorare all' Istat per fare questi conti, per dire, ci sono arrivati anche gli studenti di scienze politiche, che vedendoci uscire da un aula dopo la lezione hanno commentato "E che è?! Lezione di economia domestica?!". Commento che, con tutto il rispetto per gli studenti di scienze politiche, ne rivela il livello di cultura...

Ottimizziamo, riduciamo gli sprechi, dice la Gelmini, bene! Allora devolviamo questi 4 nuovi bagni a chi ne ha davvero bisogno (che per i maschietti ne basterebbe uno solo per servire tutta la facoltà di lettere e filosofia...) e facciamo fare meno fila all'esorbitante numero di studentesse, che così passano meno ore in fila e di più a studiare, si laureano prima (trovano lavoro comunque dopo i loro colleghi maschi, e non certo perché questi ultimi evitano le code al bagno...) e vedrai quanti problemi in meno nelle Università... no?!

lunedì 16 febbraio 2009

Il romanticismo dei treni

Foto da Flickr

C'è qualcosa di romantico nei treni... sì, a parte il fatto che sono sempre in ritardo, che sono sporchi e tutto l'odio che il pendolare medio accumula nei confronti delle ferrovie dello stato... c'è qualcosa che mi piace nei treni...

Sarà tutto quel muoversi fuori dal finestrino, campi e case che scorrono davanti ai tuoi occhi, sarà, quell'umanità che ci trovi dentro. Non mi riferisco al sentimento, sia chiaro, che per trovare un posto le più graziose nonnine sono disposte a sgomitare come non ci si immagina neanche, no mi riferisco al fatto che in treno salgono tutti i tipi di persone, anche quelle che non t'aspetti. Senza voler avere alcun riferimento politico, il treno è in qualche modo democratico, chiunque può salire. E in treno tutti viaggino in una direzione, ma con direzioni diverse. Ognuno ha la sua fermata, ognuno ha un suo punto d'arrivo. E in treno, quasi tutti si organizzano per passare il tempo. C'è chi dorme, chi ascolta la musica, chi mangia e chi beve, chi lavora, chi studia, chi telefona a chi ha appena lasciato o a chi sta per raggiungere, c'è chi chiacchiera, e chi legge.

Non si leggerebbe nulla, se non fosse per paura. O per rimandare la tentazione di un rovinoso desiderio a cui, si sa, non si saprà resistere. Si legge per non alzare lo sguardo verso il finestrino, questa è la verità. Un libro aperto è sempre la certificazione della presenza di un vile – gli occhi inchiodati su quelle righe per non farsi rubare lo sguardo dal bruciore del mondo – le parole che a una ad una stringono il fragore del mondo in un imbuto opaco fino a farlo colare in formine di vetro che chiamano libri – la più raffinata delle ritirate, questa è la verità. Una sporcheria. Però: dolcissima.” A. Baricco, Castelli di Rabbia

Si sale in treno già con l'idea di dover trovare il modo di passare quel tempo inerte che ci separa dalla meta. Un tempo prestabilito, non sempre rispettato, ma prestabilito. E inevitabilmente ci si trova ad osservare gli ignari compagni di viaggio, perché per lungo o corto sia, quello è un viaggio condiviso, e osservandoli immaginiamo. Immaginiamo che la ragazza che ci sta davanti sia in viaggio per raggiungere il suo amore perché ogni dieci minuti guarda l'orologio, immaginiamo che l'uomo che è appena salito non sia un habitué, perché lascia sedere troppa gente, senza sapere che a quest'ora è già una grazia trovare posto, e perché ad ogni stazione si sporge per vedere dove siamo. Immaginiamo vite e destinazioni per chi sale e chi scende. Riconosciamo gli studenti che vanno a fare un esame, che si affannano a leggere per l'ultima volta gli appunti, e ogni tanto alzano lo sguardo per ripetere silenziosamente. Vediamo anche scene che ci fanno ridere o sorridere, perché alle volte la gente pensa che il treno sia un posto al di fuori del mondo dove si può dire qualsiasi cosa, dove il giornale uno lo compra per farlo leggere alla comunità, dove ci si possono raccontare segreti. Ma sui treni c'è tutto un mondo che ti ascolta, anche involontariamente, e alle volte nasconde a fatica un sorriso dopo le tue parole.

venerdì 6 febbraio 2009

Le età della vita

Leggevo un articoletto, in una di quelle riviste che compro per conoscere i programmi televisivi, un articolo rivolto alle mamme dal titolo "Quando farli avvicinare alla musica?". Seguivano alcune indicazioni, tra cui quella di abituare da piccoli i bimbi alla musica con occasionali ascolti, senza proporre loro un sottofondo continuo. Bene, al limite dell'ovvio, ma meglio ricordarlo: non rintronate i vostri figli! Seguono poi indicazioni sullo studio della musica: l'età giusta per iniziare?! 3 anni, a quell'età sono spugne dal punto di vista dell'apprendimento e imparano tutto! Vero, anche se più che insegnamento vero e proprio io lo chiamerei "avvicinamento", insomma, sbatte le macchinine a terra, ma a tempo di valzer!
E ancora: l'età per imparare a suonare uno strumento? 5/6 anni! EH?!?!?!?
Ebbene non vi nascondo che mi piacerebbe vedere la mente geniale che ha scritto cotanto articolo provare ad insegnare ad un bambino di 5/6 anni a suonare uno strumento qualsiasi. Lo dico perché ho tra gli allievi un bimbo di sei anni! Sicuramente lui è dolcissimo, e cerco di "giocare a suonare", ma insegnare musica è un'altra roba!
Insegnare musica vuol dire insegnare la disciplina, vuol dire fornire delle nozioni, spiegare un linguaggio, che li aiuterà ad entrare in un mondo bellissimo, ma anche molto complicato. La musica si fonda su discipline come la fisica, la matematica, la filosofia. Per fare un esempio banale, le indicazioni di tempo sono espresse in frazioni.

Consideriamo anche le dimensioni di un bambino di 5/6 anni! Il mio piccolo allievo quando si siede sulla sedia non tocca terra con i piedi, e per suonare la chitarra non è il massimo! Per fortuna le chitarre (e anche i violini) li fanno più piccoli (1/2 e 3/4), ma i pianoforti? O altri strumenti? Perché sarebbe bello e onesto che fosse il bambino a scegliere lo strumento!
Bene, adesso mettiamoci per un attimo nei panni di quel povero insegnante. Quante e quali nozioni deve avere?! Sì, perché non basta conoscere la musica, bisogna anche trovare un modo per insegnare a bambini così piccoli, e la formazione di un insegnante di musica passa per un diploma di Conservatorio, e pochi hanno anche un diploma in Didattica della musica.

Per carità, come gioco, intuitivamente, o come attività propedeutica,si può fare!Ma, se posso, se vostro figlio non è un genio, non dico dotato, ma proprio un genio (e storicamente sono pochi, pochissimi!), a 5/6 anni, lasciatelo giocare!

domenica 25 gennaio 2009

Le risposte giuste...

foto from Flickr
L'altro giorno in treno andando a fare un esame ( N.d.R. ecco perché latito da settimane da questi lidi...) stavo pensando alle risposte giuste. No, non avevo un test a crocette, ma pensavo alle risposte giuste da dare nella vita, a quelle risposte che però ogni tanto non puoi dare (a meno che tu non sia Padre Pluche)! Faccio qualche esempio per chiarire il concetto, sono quelle risposte che si creano nelle tua testa in maniera automatica, ma non te la senti di far uscire dalla bocca, tipo quando qualche tuo parente (di solito una zia anzianotta e che vedi 2 volte l'anno) ti chiede "E allora non sarebbe ora di trovarsi un moroso alla tua età?!". In quei casi tutti noi sappiamo che la risposta giusta e la prima che arriva al nostro cervello è "E ti co tutti i to ani non te ga ancora imparà a farte un tecin de cassi tui?!" (trad. " e tu alla tua veneranda e venerabile età, non hai ancora trovato modo di occuparti principalmente ed esclusivamente degli affari che ti concernono?")
Ma questa risposta non è possibile, perché vorremmo evitare lo scoppio della terza guerra mondiale in casa, per cui optiamo per risposte meno esaustive e più concilianti.

Più o meno allo stesso modo quando la mia prof ha liquidato uno dei miei lavori in preparazione all'esame (non uno dei miei migliori, questo va detto) dicendo "Se voi siete dei lavativi la colpa non è mia!", la risposta giusta da dare era: "Guardi, lei può dirmi molte cose, ma non penso possa permettersi di darmi delle lavativa. Perché, vede, lei non può saperlo, ma io ho la settimana dopo la mia laurea ho fatto un diploma in Conservatorio (2 giorni d'esame), e questo non mi pare sia l'atteggiamento di una lavativa, ho studiato il doppio per 10 anni, finché non sono arrivata al diploma, e in tutto questo ho sempre anche trovato il tempo per dedicarmi ad altre cose ed interessi. Tutt'ora trovo il tempo di lavorare per avere un minimo di indipendenza economica e cerco di portare avanti i miei studi perdendo meno tempo possibile. Quindi, riassumendo, mi dica che non sono pronta per l'esame, mi dica che non so bene la lingua, ma per piacere non si azzardi mai più a darmi della lavativa!"
Eccola qui la risposta giusta! Peccato che devo fare i conti con il fatto che il mio esame me lo corregge lei, e quindi come avrete inteso dal preambolo di questo post, non è questa la risposta che le ho dato!

lunedì 12 gennaio 2009

C'avesse dato il tempo...

... di capirlo e di conoscerlo meglio!