lunedì 5 maggio 2008

Abbiamo quasi vinto...

Ce le ho ancora negli occhi... le mie ragazze che si preparano alle sfide finali, che cercano il mio sguardo perché non ci credono di essere arrivate fino a lì. Io ho un'agitazione che poche volte nella mia vita, ma devo cercare il più possibile di essere impassibile, perché sono io che premierò il vincitore e le guardo solo quando sono impegnate a prepararsi tra di loro, perché non voglio che leggano un'aspettativa sul mio viso, perché io in realtà sono già contenta che siano arrivate quarte, ma penso a Maria e a tutti i sacrifici che ha fatto quest'anno, e che se lo merita di vincere.

Passano la prima semifinale, e io penso "brave le mie ragazze!".

Poi arriva il momento della finale e io lascio l'arbitraggio a chi di dovere, perché sennò non sarebbe corretto, fin qui dovevo solo leggere il cronometro che qualcun altro teneva, ma adesso la sfida è diretta. Ho le lacrime agli occhi ma non posso piangere (eppure mi farebbe così bene...), sono così orgogliosa di loro (chissà se poi riuscirò a dirglielo...). Loro sono tesissime, sentono il tifo degli altri ragazzi.

La finale non la passano e io non resisto, non potrei, ma tra le urla dei vincitori scivolo ad abbracciarle.

Poi torno indietro, adesso tocca la cerimonia, e tutto sommato sono anche contenta che vinca Francesco perché ormai è 5 anni che ce l'ho sotto gli occhi, ed è un bravo ragazzo, e l'ho vista la faccia che aveva durante la sfida, ci ha messo tutto stesso. Allora spengo il microfono e mentre gli consegno la bandierina glielo dico "Bravi ragazzi! Sono proprio contenta che abbiate vinto voi!".

Poi si chiude tutto e ci sono solo urla di gioia e sorrisi e ragazzi stanchi ma contenti e vado incontro alle "mie" ragazze le abbraccio di nuovo e glielo dico "sono fiera di voi ragazze!". Loro sono felici (non ho detto contente, ho detto FELICI!), Maria ha gli occhi lucidi e mi fa "Possiamo andare a congratularci con i vincitori?".
E lì dimentico tutto, le delusioni, la fatica, le arrabbiature, gli impegni, le litigate con i genitori, la paura di non essere in grado, di non essere all'altezza e mi rimane solo la gioia di credere nei miei ragazzi, e di volergli bene, non perché sono arrivati fino a lì, ma perché hanno voluto credere in qualcosa e lo hanno fatto fino in fondo, e penso a quanto sono fortunata!

2 commenti:

Stefi ha detto...

Ah!
Ci sono! Sono connessa all'emozione..la sento proprio rotolarsi dentro!ehehh
e mi piace soprattutto quel "mie" virgolettato..perché so quanto uno se le senta tutte sue!!!e in parte..beh, lo sono!!eheh

Clode ha detto...

Leggi: San Giorgio!
In quei momenti lì, mi pesava avere un doppio incarico e non poter stare completamente vicino a loro, davvero! E wuando ti riempiono di soddisfazione così, poi ti fregano, perchè ti sembra che ci sian solo questi momenti qui...