venerdì 20 maggio 2011
Sorprese elettorali
Ora però purtroppo si va al ballottaggio, ci si tappa il naso e si vota solo per decidere chi sarà il meno peggio... che a dirla tutta non sono neanche sicura di saperlo quale sia il meno peggio...
Questo genere di sorprese purtroppo dura molto poco...
lunedì 2 maggio 2011
Identità linguistica

Da addetta ai lavori ( o quasi) mi ha lasciato sorpresa apprendere che non esiste una chiara e netta definizione della differenza tra una lingua e un dialetto. Non si può far riferimento a definizioni politiche secondo cui una Lingua appartiene ad un popolo che abbia una nazione o stato a cui far riferimento, perché la storia e la geografia ci insegnano cose diverse, non si può parlare di "dignità linguistica", perché proprio noi italiano sappiamo che la letteratura si nutre di opere "dialettali" dal grandissimo valore culturale (Porta, Goldoni, ...). Non si può neanche parlare di una "lingua della cultura", perché in quel caso lascieremmo fuori un bel numero di lingue. Insomma non c'è un modo specifico e univoco di separare il concetto di lingua da quello di dialetto.
Per chi come me è nato in Veneto, questo binomio del linguaggio è affare che si affronta tutti i giorni. Siamo la regione italiana che più fa uso di questa "doppia opzione" nella vita pubblica o privata. Solo che, finché stiamo tra di noi, non ci facciamo neanche caso...
Quando invece un italiano di altre regioni si infila tra le nostre file, o ce ne andiamo noi fuori confine, tutto diventa chiaro... "Spandere non è una parola italiana!" mi sono sentita dire da un friulano. E in effetti basta pensarci un attimo, se l'infinito si maschera da parola regolare e legale, provando a fare il participio passato diventa chiara la matrice veneta (rimane regolare per la lingua italiana, ma diventa illegale, in termini più tecnici) "io ho spanto!". Il problema è che questa come molte altre parole ha una traduzione difficile. Spandere significa rovesciare in maniera casuale ed erronea, ed è riferito principalmente ai liquidi, ma può connotare qualsiasi altra sostanza che una volta uscita dal contenitore si fatica a recuperare. Quindi non è spargere, e neanche versare, ma un buon mix di entrambe con in più la connotazione dell'erroneità dell'azione. (es. Go spanto 'l late! =Ho versato il latte!)
Wikipedia non concorda col mio amico friulano, mal'uso a cui fa riferimento è diverso dal Veneto, è infatti noi non usiamo spanso come participio passato, e se leggete il significato troverete le differenze che cercate.
Essere nati in Veneto significa mettere in atto spesso e volentieri il meccanismo di switch linguistico, ma non per contesti più "alti", ma più che altro in presenza di foresti (=stranieri). Proprio loro trovano inconcepibile come in una boutique del centro di Padova o Verona, la commessa possa rivolgersi al cliente con frasi tipo "Ga'o bisogno?" (=Ha bisogno di qualcosa?). Nessuna connotazione culturale dunque? No, questo non è corretto, perché chi usa il dialetto al posto dell'italiano è visto come più rozzo, ed è frequente soprattutto tra le persone di una certa età il goffo tentativo di italianizzare parole venete, mettendo delle doppie, o tramutando le s in c dolci, o altre artifizi del genere. Cose che per lo più fanno sorridere. Perché la gente di una certa età sa che parlare italiano significa, dalle nostre parti, essere persone istruite, e quindi degne di maggior rispetto. Ma loro magari, semplicemente non hanno avuto la possibilità di frequentare la scuola, e a casa si sa, si parla in dialetto perché ci si capisce meglio.
Ci sono infine delle espressioni che identificano immediatamente un parlante veneto, in particolare negli anni ne ho identificate 2: sta attento/a e fatalità. La prima viene usata come intercalare, anche senza funzione fàtica (di controllare, cioè se sia attivo il canale della comunicazione, e quindi assicurarsi che l'interlocutore sia attento). La seconda è l'introduzione tipica di racconti in cui avvengono episodi più o meno fortuiti. Anche quando decidiamo di usare l'Italiano, non riusciamo a liberarci di alcune "spie" linguistiche che ci marchiano subito, per non parlare poi di quell'accento da cantilena!!
giovedì 28 aprile 2011
I pezzi grossi...
"Buongiorno, vorrei sapere se avete un libro."
"Mi dispiace, ma si sono momentaneamente bloccati i computer, e non riusciamo neanche noi a fare le ricerche a catalogo. Spero che la rete si sblocchi al più presto."
"Posso dirle il libro, e chiamo nel pomeriggio per sapere se lo avete?"
" Va bene, mi dice il titolo e l'autore?"
"L'autore è XY il titolo e WZ!"
"Va bene, me li segno, mi dice anche il suo nome?"
"Sì, mi chiamo ... (cognome), Procuratore della Repubblica."
"Ah, lei di nome fa Procuratoredellarepubblica... che strano nome, mai sentito da queste parti!"
Confesso, non ho risposto così, ma avrei tanto voluto!!
martedì 12 aprile 2011
Le Beatrici, Benni

Attirata, lo ammetto, dalla copertina. Ma sì, perchè in fondo al detto "dont judge a book by the cover" non c'ho mai davvero creduto! Colori che hanno attirato il mio sguardo, un immagine divertente di una donzella medievale che ha tra le mani dei tarocchi animati. Poi il titolo: Le Beatrici. Dante si sa, è un misogino d'altri tempi, con Beatrice c'ha fregate un po' tutte, e a me, per dire, era sempre piaciuta di più Francesca, così vera così piena d'umane passioni. L'autore? Stefano Benni, un nome noto, ma io, confesso, ho letto "La compagnia dei Celestini" quasi per sbaglio. Mi è piaciuto, sia chiaro, ma per dire che non è un autore che frequento.
Giro il libro, che la quarta di copertina è sempre fonte di inoformazioni importanti. "Otto monologhi per voce femminile." Il teatro mi piace, fatta.
Un libro minuto che si esaurisce in un viaggio e mezzo in treno, e forse quando l'ho comprato avevo bisogno proprio di quello. Ci son dentro delle donne un po' strane, alcune fanno sorridere,
Oh, lo dico a voi in confidenza. Io a quello non lo sopporto.
Mi ha visto la prima volta che c'avevo otto anni, lui nove, mica mi ha detto "si gioca insieme, ti regalo un gelato...", no c'ha fatto dieci poesie di duemila versi, il piccino.
[...]
Va be', ma io sono una donna, mica una serenata...
[...]
A diciannove anni al Medioevo si è già in anticamera da zitelle. Mica si ha il lifting e l'aerobica, noi.
[...]
Perchè nel Medioevo , belline mie, se non si va d'accordo con babbo e mamma mica ci si impasticca, mica si va all'estero con l'Erasmus, mica si va dallo psicanalista, mica in college. Noi si va di corsa in convento, capito?
Poi c'è una ragazzina che forse forse si può incontrare davvero in giro, mah, spererei di no, ma pare uscita dall'ultimo romanzo di Moccia, e per tutto il tempo che è in scena parla al telefono.
...guarda, la vita ha proprio il telecomando, non sai mai quale tasto premerà, se un horror o un harmony...
[...]
Allora capisci, cazzo! Questa è incultura, è ignoranza confondere le Barbie con le Winx, è come confondere Raul Casadei con Raul Bova cazzo
Una feroce presidentessa, non si capisce di cosa, che dispone delle vite altrui, e mostra tratti di cannibalismo.
Una suora un po' repressa e un po' assatanata che ogni tanto tira fuori un "maligno" da sè stessa.
C'è una donna che attende e nella sua attesa vive, e parla.
C'è anche una vecchia, cattiva (o forse...) che ricorda con dolore un tempo che è finito e inveisce contro il suo stesso essere vecchia.
E poi c'è un'altra vecchia, che sogna, e forse vola...
Infine c'è una donna lupo, che spiega i guai di dover nascondere nel proprio corpo una bestia un po' scomoda.
Il naso ad esempio ci si abitua, è sempre un po' umido ma l'olfatto aumenta, è un potere inebriante, e i denti insomma... basta lavarli sempre e smussarli con una limetta e poi tenere la bocca chiusa, si assume un'espressione seria, un po' altera, professorale.
[...]
Ma ho delle regole. Come voi umani mi mangio la parte del mondo che mi spetta. [...] Io non sbrano bambini, è la prima regola del buon licantropo [...] ... e le donne no, solidarietà femminile... anche se certe ministre...[...]
Lo so cosa volete sapere. La mia vita... sentimentale. Be', è complicata. La vostra è semplice?
A inframezzare questi ritratti ci sono poesie che è difficile descrivere, un paio di tango e una canzone, che avrebbe dovuto cantare Fabrizio de Andrè se non fosse andato a "suonare altrove", come spiega l'autore nella nota finale.
Questa Beatrice qui, a differenza di quella di Dante, ha i piedi più che per terra, e in fondo son tutte Beatrici, forse perchè son tutte vittima di uno stereotipo, di un riquadro, di una casella, alla quale devi star dentro per non diventare poi una bestia strana e terribile, tipo un licantropo...
Be' io questa lettura me la son goduta, non so se siete lettori di Benni, o che, ma mi sento pure di consigliarvela, se avete un viaggio in treno non troppo lungo!
martedì 5 aprile 2011
In che anno siamo?!
Lui, che viaggia molto, e "devo essere in più posti contemporaneamente" (conosco un altro che ha questo problema..uhm.. chi... ah sì! Il Padreterno!), e "mi sa che ho perso i suoi fogli, sa?!" (beh nel 2011, dato che glieli avevo mandati via mail, sarebbe bastato riaprire la mail e riscaricare l'allegato, o mandarmi una mail in cui mi dice che non li trova e io, nel 2011, glieli ristampavo con la mia stampante a pedali e glieli riportavo, a mano, s'intende!)
Poi osservo la sua scrivania e vedo il pacco di fogli con la mia scaletta in calce e dico "ma... non sono questi?!" (vorrei sottolineare che erano al centro della scrivania ben in mostra), "ah sì, pensavo proprio di averli persi!" (nel 2011, mi pare abbiano inventato anche gli occhiali... ma dovrei controllare...)
Pensando di fare un favore a me stessa colgo la palla al balzo e dico "visto che non li ha ancora letti e io ieri rileggendoli ho trovato degli errori, possiamo fare che apporto le correzioni che ho trovato da sola e glieli riporto?!", "certo, me li metta nella pigeonhole!" (in cartaceo ovviamente, perchè io, nel 2011, porto i fogli di carta al mio prof, che lui ha solo un mac e una stampante laser in ufficio, vuoi mettere come vengono meglio stampati con la mia stampante a pedali?!)
Solo dopo essere uscita dall'ufficio mi ricordo che i computer del dipartimento non hanno word, hanno solo word-viewer, programma con cui leggi ma non modifichi, certo nel 2011 noi studenti possiamo leggere tutti i file del mondo ma modificarli... no! Quindi mi fiondo in copisteria dove chiedo alla commessa se oltre a stampare non posso anche modificare il file. Lei mi guarda incuriosita e chiede "ma non ti conviene modificartelo su un computer dell'università e poi venire a stamparlo?!"(Come glielo spiego adesso che nel 2011 un banale programma come word non è compreso nella suite di software a nostra disposizione?!)
Faccio le dovute modifiche, stampo, riporto, metto nella pigeonhole, e incrocio il mio prof per le scale "Mi dispiace per questo inconveniente!", ma si figuri in fondo stamattina ho preso un treno per portarle dei fogli di carta che ho fatto stampare a pagamento in una copisteria del centro, come potrei dire di aver buttato via del tempo e dei soldi?!
P.S. Capito perchè poi non ho il tempo di scrivere un post decente?!
martedì 22 marzo 2011
Premiata!

1. bisogna trovare altri 10 blog altrettanto meritevoli;
Ora, qui la questione è abbastanza semplice, esclusi quelli già premiati da Jacq che abbiamo in comune, nn credo di avere altri 10 blog (attivi) nel blogroll... ma ci provo:
Lo fa anche Baricco (il titolo non poteva non attirarmi su questo blog di una simpaticissima logopedista che lavora con bambini meravigliosamente dolci e autentici!)
E' una vita che sto in doppia (se il titolo è di creativa, a lei lo possiamo dare sicuramente in quanto riesce sempre a trovare dei topic originali e interessanti per i suoi post!)
StranaMente (il titolo di creativo va anche all'aspirante notaio che adesso si è addirittura dato ai video su internet, con ottimi risultati so far...)
Nel retrobottega (lo so che Paolo l'ha già premiato Jacq, ma se uno tiene aperti tre blog queste son le cose a cui rischia di andare incontro! Come non premiare chi crea con le parole paesaggi davanti ai quali mi incanto e mi racconta di due ometti così dolci che ogni tanto mi chedo se son veri...)
Non cito nessun altro perchè o sono già stati premiati, o il loro blog tace da un po' per cui non so neanche se potrebbero leggermi, o addirittura hanno improvvisamente chiuso l'accesso ai lettori, e non potrei andare ad avvertirli, o ancora (non me ne vogliate) leggo i loro blog con interesse, ma penso che non sia "creativi" il termine giusto con cui premiarli e aspetto premi più consoni (che io forse non riceverò mai e quindi non potrò girare a loro... ma tant'è!)
2.Avvisare i premiati (il tempo di finire qui e assolvo anche questo compito...)
3.Raccontare 10 cose di me che non sapete.
Questo dev'essere un po' tipico dei premi e meme di Jacq che già qui ci chiedeva di fare altrettanto e infatti qui io le risposi. Ma se lo ha rifatto lei, lo rifaccio pure io, vediamo se davvero riesco a trovare 10 cose da dire...
1. Non vedo i film in 3d, ho un difetto visivo non metto a fuoco contemporaneamente con tutti e due gli occhi, quindi pago uno sproposito per vedere le immagini che si e no si alzano un mezzo cm dallo schermo. Se non si era capito la cosa mi infastidisce.
2. So applaudire con una mano sola... non ridete, davvero...
3. Sono permalosetta. Non permalosa permalosa, solo permalosetta, mi arrabbio un po', poi mi passa...
4. Faccio pilates. Lo so che non è interessante ma la consegna diceva solo cose che non sapevate, e questo lo sapevate?!
5. Da dopo la maturità alcune parole per me hanno perso il loro significato originale, tipo: derivata, limite, logaritmo... Se mi dessero da fare oggi uno studio di funzione non saprei da che parte prenderlo in mano, ma una versione di latino credo che potrei ancora provare a farla...
6. La domanda di iscrizione al liceo scientifico l'ha firmata mia sorella, non io. Ovviamente a mio nome. Sarà per quello che ogni tanto mi sogno che devo rifare la 5^ liceo?? (che ansia, mi sveglio in un bagno di sudore...)
7. Se non ve lo state domandando dopo la 6 ve lo dico lo stesso... Volevo fare ragioneria, almeno non c'era disegno tecnico!
8. Ho un debole per Luca Argentero (eh lo so chi non ce l'ha... ma vale sempre quello che ho detto alla 4), mi piace proprio tanto....
9. Sono timida, e arrossisco molto spesso. Un giorno la mia prof d'inglese per spiegare il significato del verbo to blush usò quest'esempio: "Claudia blushes very often!". Ovviamente arrossii.
10. Non scrivo le parolacce. Cioè, se ho una conversazione via skype con un amico, trovo un'altra parola o metto i puntini, ma la stessa conversazione in via orale non subirebbe nessuna censura. Non so perchè, mi sembra più volgare scriverle...
Bene, mi pare di aver assolto tutti i miei compiti.
mercoledì 9 marzo 2011
Il giorno dopo...

Mi sono chiesta tutta ieri se scrivere o non scrivere qualcosa, perché non so se chi non è donna lo sa, ma son giornate, quelle come l'8 marzo che ti portano a fare tutta una serie di pensieri...
Allora per arginare il problema ho pensato di chiedermi, e il 9 marzo? Sì, il giorno dopo, che succede? a parte le mimose appassite se non le abbiamo messe adeguatamente in fresca, ma il mondo che consapevolezza ha acquisito il 9 marzo? C'è qualcosa di diverso nel mondo che mi faccia sentire più tranquilla a vivere la mia vita?
Temo di no, anche oggi siamo donne, femmine, figlie, madri, mogli, sorelle, amiche, ragazze, che hanno a che fare con uomini, maschi, padri, mariti, fratelli, amici, ragazzi. Siamo diverse e fiere di esserlo, perennemente alla ricerca di un ruolo, quello di cui ci hanno investito, quello che ci hanno imposto, quello che ci hanno tolto, quello che ad alcune fa storcere il naso e altre apprezzano in nome della tradizione. Siamo unite e siamo divise, siamo forti quando non ci si aspetta che lo saremo, e siamo fragili inaspettatamente. Piangiamo per rabbia e per amore, e troviamo sorrisi nella tristezza. Scegliamo degli uomini, e altri ce li ritroviamo a fianco. Ci arrendiamo, combattiamo, facciamo scelte eccessive e sappiamo ripensare noi stesse.
Siamo questo e mille altre cose ancora, siamo tutto e il contrario di tutto, e non siamo ancora arrivate.
Ma oggi, oggi che è il 9 marzo, e non più l'8, cosa stiamo facendo per rendere il nostro futuro un po' più giusto?
venerdì 4 marzo 2011
Warum, warum Deutsch?!
Questa è la domanda che mi sento fare da quando ho iniziato l'Università, e di solito la risposta che dò inizia a spiegare che nella mia carriera scolastica avevo studiato solo l'inglese, quindi comunque la scelta di una seconda lingua voleva dire partire da zero, quindi a quel punto c'erano molte lingue "equivalenti". Certo, potevo scegliere una lingua romanza, avrebbe dato meno problemi l'origine comune con la mia lingua madre, ma il francese mi sembra un po' snob (o forse lo sono solo i francesi...), e lo spagnolo era (ed è) inflazionatissimo, è la seconda lingua più scelta dopo l'inglese! Scegliere il tedesco voleva dire comunque orientarsi tra le lingue anglo-germaniche (quindi con patrimonio comune con l'inglese), scegliere una lingua sufficientemente richiesta dagli annunci di lavoro...
Poi di solito la conversazione continua con il mio interlocutore che sottolinea come il tedesco sia una lingua "dura", dai suoni militareschi, poco malleabile, quasi spiacevole da sentire...
Ecco, io su questo proprio non sono d'accordo! Ha sicuramente molti suoni consonantici (se così si può dire), ma non dimentichiamoci che centinaia e centinaia di Lieder sono stati scritti in questa lingua. Schumann trovò così il modo di dedicare bellissime parole d'amore all'amata Clara. E alcuni anni prima anche Schubert aveva usato le poesie dei poeti della sua terra per comporre dei bellissimi cicli liederistici.
Il tedesco è la lingua dello Sturm und Drang, di quell'appassionato periodo pre-romantico che ha fornito tra l'altro, un sacco di materiale utile ai distributori di cioccolatini e cartoline per San Valentino. E' la lingua di grandissimi filosofi, tra cui posso citare anche solo Kant e Hegel, è la lingua insomma in cui si è scritta una formidabile cultura.
E' anche la lingua del nazismo, certo, la lingua in cui sono state dette enormi atrocità da uomini sugli uomini, in cui sono state manipolate idee allo scopo di procurare dolore. Ed è una lingua che è cosciente della sua storia di questa storia, in cui certi termini non sono più neutri ma vanno evitati perché richiamano colpe troppo vergognose.
E' una lingua che mi ha fatto faticare, pentire, sudare, piangere, sorridere, imbarazzare, e che continua ad affascinarmi. Ogni tanto dico che se tornassi indietro farei una scelta diversa, forse è davvero così, però ora so che perderei qualcosa, nel bene e nel male...
venerdì 18 febbraio 2011
il sì suona
La lingua italiana ha un suono particolare, che è vicino alla musica forse più di altre lingue. Eppure a pensarci bene sembra strano, perchè l'Italiano è davvero una cosa astratta, anche solo nella pronuncia. Chi di noi non riconosce un napoletano quando ce l'ha davanti e lo sente parlare, anche se non sta usando il dialetto? E lo stesso vale per un veneto, un milanese, un siciliano...
E allora quel suono che dice Dante da dove viene? da una musicalità delle parole stesse? forse...
Quando andai in Germania per la prima volta con un gruppo di amici italiani capitava a volte che "gli autoctoni" si fermassero in fianco a noi mentre discutevamo per decidere il da farsi per la giornata. In silenzio ci guardavano, sorridevano. Una volta una di loro si prese la briga di spiegarmi: "che bello sentirvi parlare, è come sentir cantare..."
Ci venne da sorridere, perchè ci sembrava così strano...
Forse l'Italiano, quello con la I maiuscola è davvero solo la lingua dei poeti, chè noi comuni mortali usiamo una pallida imitazione, con l'aggiunta poi di accenti locali. Però siamo autorizzati ad essere fieri della nostra lingua (se la sappiamo usare a proposito) anche per le sue particolarità regionali, che ci aiutano a identificarci. E siamo un "bel paese" anche per questo, se solo lo volessimo un po' di più...
martedì 15 febbraio 2011
Essere femminile

mercoledì 9 febbraio 2011
AIVANGO
"cercavo un libro che si intitola "Aivango"" (almeno così l'ha pronunciato...)
La mia collega seduta al computer gira gli occhi nella mia direzione, e io provo un:
"scusi, come ha detto che si intitola il libro?"
"Aivango"
La mia collega non osa iniziare a digitare un nome che darà sicuramente risultato nullo, io capisco l'imbarazzo e riprovo:
"non è che per caso si ricorda l'autore?"
"no, l'autore non lo ricordo, lo deve leggere mio figlio per scuola, io l'ho letto anni fa, è un romanzo medievale ambientato in Inghilterra..."
Cerco di far lavorare le mie sinapsi i più velocemente possibile...romanzo che si legge per scuola...probabilmente di argomento medievale...inglese...
"Ah, Ivanohe?!"
"Sì, quello, ah in italiano si dice così? In Inglese si dice Aivango..."
"... certo!"
N.d.R. Io sarò anche solo una misera laureanda in Lingue straniere, ma la mia collega è proprio laureata in Lingue, vi lascio immaginare che sguardo ci siamo scambiate...
martedì 8 febbraio 2011
Senza quore!

Serve che ve lo dica? Sì, odio anche S. Valentino, fa il paio con Halloween e tutta una serie di feste che non credo sia neanche il caso di nominare…
No, non lo odio a causa della mia singletudine attuale, come potete ben immaginare ho delle motivazioni molto ma molto più profonde! Ma forse sarebbe banalmente noioso spiegarvi che non dovrebbe servire una festa per celebrare il bene che due persone si vogliono, o che la necessità di fare o ricevere dei regali può aver ben poco a che fare con l’amore… eccetera, eccetera…
Trovo ridicolo che qualsiasi oggetto che fino a ieri veniva venduto per la sua utilità/piacevolezza/presunto bisogno del consumatore medio, oggi si venda come regalo perfettoperlapersonaamata, meglio se su sfondo rosso velluto e con cuori che saltellano all around. Se ve lo state chiedendo, sì ho anche subito il mio contrappasso per questa festa, un’amica mi ha chiesto di addobbarle il negozio con cuori di diverse forme e fattezze, e io mi sono vendicata appiccicandoli a tutte le vetrine che ha in negozio in modo che appena passata la festa dovrà lavare i vetri per togliere gli aloni di colla (sì, la vendetta è un piatto estivo, si consuma freddo!!).
Quindi gradirei molto addormentarmi la sera del 13 e risvegliarmi direttamente il 15 per evitare coppiette sbaciucchianti, amiche dagli occhi a forma di cuore, pubblicità ignominiose, e quant’altro…ma sapete cosa vorrei assolutamente evitare? Che qualcuno mi proponga di festeggiare un’altra indecente festa, inventata al solo scopo di umiliare ulteriormente chi non festeggia S. Valentino… San Faustino!!
giovedì 13 gennaio 2011
Sull'orlo di un baratro
Tipo la sottoscritta stamattina. Entro in farmacia, occhi lucidi, naso gocciolante e tossicchio...
"Buongiordo, volevo qualcosa ber le vie aeree indasade" (tipo l'idraulico liquido...)
"Per un adulto o per bambino?"
(mi prendi per il culo?) "Ber be!" (trad. "Per me", da qui in avanti imposto il traduttore automatico)
"potrei darle questo... che contiene paracetamolo e le allevia i sintomi, per diciamo... risolvere i problemi relazionali (cioè secondo lei ho problemi relazionali? va beh...). Altrimenti c'è questo ... che è un sedativo per la tosse secca, poi quando diventa grassa potrebbe prendere un mucolitico..."
" Se per grassa si intende che la mattina tossisco 20 minuti prima di dire buongiorno credo che sia già grassa!"
"Ecco allora questo può andare o questo o quest'altro...."
"Bene, allora prendo... tutto!"
"No, ma non si può!"
"Ah no?" (seriamente stupita!)"Va beh allora intanto mi dia questo... "
Ecco, quello è uno di quei momenti in cui se la signorina dietro al bancone dicesse "Avrei anche della morfina, la può prendere in quantità illimitata, alla bisogna" oppure qualcosa del tipo "Avrei queste pilloline qui, se lei fa la brava, le prende e non fa troppe domande starà sicuramente meglio!" Io, sinceramente, le prenderei.
E in quei momenti in effetti è importante avere una farmacista responsabile...
venerdì 17 dicembre 2010
A Natale puoi?
Rimando i regali di Natale come se Natale arrivasse tra più di un mese.
Ho la testa pesante e piena di pensieri che non si decidono a prendere forma.
Tengo a distanza gli amici e mi confido con persone appena conosciute.
Mi comporto in modo strano, che non è da me.
Ho talmente tanta voglia di scappare da qui che non so dove potrei andare.
Mi sembra di avere mani e piedi legati e ancorati a dove mi trovo.
Sarà uno strano Natale...
giovedì 2 dicembre 2010
una cosa bella
Se c'è una cosa sicura è che io sono sempre fuori da tutte le statistiche e da tutti i dati numerici che annunciano in qua e in là... l'età media dei laureati, i voti medi delle donne che studiano all'università, lo stipendio medio (stipendio...che strana parola...) e via dicendo...
E così per non interrompere la tradizione sono anche esclusa dal gruppo di italiani che hanno visto Vieni Via Con Me, la trasmissione di Fazio e Saviano. Tranquilli, non ho guardato il Grande Fratello, quando una è fuori dalle statistiche lo è da tutte!! Purtroppo avevo sempre qualche impegno il lunedì sera che mi impediva di vederla... per fortuna che c'è Fastweb (come ho già spiegato in altri post...) e almeno l'ultima puntata sono riuscita a vederla, l'ultimo pezzo stamattina.
Ovviamente non sono riuscita a non sentir parlare di questa trasmissione: chi la osannava e chi no... se ne parlava prima dopo e durante, come sempre tutti credono che sia fondamentale esprimere un'opinione in merito... anche se non ce l'hanno!
Va beh, un'opinione ce l'ho anch'io e oggi vi pigliate pure la mia!!
Sono stata contenta di sentir parlare di record d'ascolti per questa trasmissione, perché sono stufa di sentire che gli italiani sono rappresentati dai vari Fratelli grandi o piccoli, e altra spazzatura, non solo perché io non mi sento rappresentata, ma perché ritengo che meritiamo davvero un po' di più! L'altra cosa che mi è piaciuta è l'idea di fare una trasmissione in cui non ci piangiamo addosso su quanto siamo alla fine del mondo e denunciamo le brutture e basta! Insomma mi piace il modo in cui si è svolta, pensando al pubblico, trovando modi di dire le cose che non sono noiosi solo perché dicono cose vere. Sono convinta che si possa parlare seriamente strappando un sorriso, o cercando di intrattenere, soprattutto se fai televisione e non un comizio, perché il sorriso attira, invoglia, e predispone alla riflessione. E poi ci hanno fatto pensare, perché il discorso sulla macchina del fango, o sulla Costituzione se abbiamo un minimo di coscienza io penso ci faccia riflettere.
Ecco, bravi, applauso! perché l'ha detto anche qualcun altro, puri come colombe, ma furbi come serpenti, no? Allora su, siamo furbi e la televisione di qualità facciamola fatta bene, non dimentichiamo che può essere intrattenimento e facciamo un intrattenimento intelligente.
Grazie, davvero, grazie.